Anche la Vuelta ha deciso di applicare lo stesso protocollo Covid utilizzato al Tour de France. La notizia è stata data dall’UCI, che ha fatto presente quali saranno le regole Covid, applicate alla corsa spagnola che partirà da Utrecht, in Olanda, il prossimo 19 agosto. Tutti i corridori potranno partire per la Vuelta solo dopo aver effettuato un test antigenico con risultato negativo due giorni prima dell'inizio della prima tappa, mentre altri test verranno effettuati durante i giorni di riposo.
In caso di risultato positivo del tampone antigenico verrà effettuato un secondo tampone PCR, qualora dovesse essere confermata la positività saranno i vari medici nonché il direttore sanitario dell'UCI a decidere sull'eventuale proseguimento della corsa per il corridore, valutando la carica virale del test e la sintomatologia evidenziata.
Il Covid non ha abbandonato le corse e durante il Giro di Slovenia, il Giro di Svizzera e il Delfinato sono stati tantissimi i casi di positività, che hanno costretto le squadre a ritirarsi in vista del Tour de France.
I casi positivi però non sono mancati alla Grande Boucle ed è proprio durante la corsa gialla che sono nate polemiche sulla possibilità di far correre corridori positivi ma con bassa carica virale. Un corridore con bassa carica virale è ritenuto non contagioso, per tanto i medici delle squadre con i medici UCI possono decidere di lasciarlo in corsa. Nonostante questa possibilità, ci sono squadre che hanno deciso di fermare i propri corridori a prescindere dal grado di carica virale rilevato.
Le squadre hanno dei regolamenti interni più rigidi rispetto all’UCI e in molti team c’è l’abitudine di testare i propri corridori alla comparsa di qualunque sintomatologia. Durante il Tour ci sono stati team che avevano deciso di testare a giorni alterni i propri corridori ma, dopo aver visto che simili controlli causavano tensione emotiva, la maggior parte delle squadre ha deciso di allinearsi con i regolamenti UCI, pur mantenendo sempre alta la guardia.