Ricordate cos'ha detto al nostro podcast il capo della Quick Step quando abbiamo chiesto del corridore lombardo? Tra i tanti corridori di classifica che hanno perso la ruota dei migliori sulla terribile super-rampa delle Belles Filles, spicca Mattia Cattaneo. Il lombardo classe 1990, già 12° finale al Tour de France dell'anno scorso, era l'uomo che concorreva per la generale all'interno dello squadrone per eccellenza delle "vittorie da un giorno". Una sorta di mosca bianca, anzi biancoblù, in mezzo ai lupacchiotti assetati di tappe capitanati da Fabio Jakobsen.
Ieri Cattaneo è arrivato 32° a 2'36'' da Tadej Pogacar e ha pure perso per ora il trono di miglior italiano della graduatoria, a beneficio di Damiano Caruso. Un'uscita di scena dai giochi per la maglia gialla, che può voler dire una cosa sola: rientro in lizza per andare a caccia di successi in singole frazioni, come da perfetto dna della Quick Step. Un team che, ricordiamo, è a quota 49 successi di tappa in vent'anni di Grande Boucle: sarebbe bellissimo se a conquistare la numero 50 fosse un nostro connazionale.
Alla luce di quanto constatato, assume un gusto particolare la frase che Patrick Lefevere in persona ha pronunciato a chi scrive nell'intervista al podcast BlaBlaBike di lunedì scorso: a precisa domanda su Mattia Cattaneo e il suo status di uomo classifica, Lefevere ha detto «Meglio una tappa che un 11° posto». Sibillino.