Quale sport meglio del ciclismo può promuovere il territorio? Quale gara meglio del Giro d'Italia può promuovere le bellezze e le eccellenze culturali, in senso lato, del nostro Paese?
Emanazione diretta di queste due considerazioni sono la creazione, nel 2014, della Wine Stage ormai immancabile, e della Food Stage che ha ufficialmente preso vita oggi. Nel ristorante dello chef stellato Giancarlo Morelli, nella chinatown di Milano, RCS Sport ha svelato la particolare valenza dell'11esima tappa della Corsa Rosa al via fra poche settimane: sarà la prima "tappa del cibo" (una spolverata di italiano, in tanto inglesismo, non guasta) nella storia del Giro. E il food/cibo in questione è un prodotto che potrebbe tranquillamente rappresentare l'Italia nel mondo al pari dei proverbiali pasta e pizza: il parmigiano reggiano.
La frazione numero 11 del Giro d'Italia 2022, in programma mercoledì 18 maggio, quest'anno si chiamerà quindi Santarcangelo di Romagna - Reggio Emilia Parmigiano Reggiano Food Stage: una spianata di 203 chilometri per velocisti puri che sarà accompagnata a latere, attraverso contenuti ed eventi sponsorizzati, dall'ormai iconica forma dalla variabile stagionatura e multiforme gusto. Una tappa che sarà seguita l'indomani dalla Parma-Genova, a chiudere così questo cerchio emiliano.
«Far nascere la food stage e abbinarla a un'eccellenza italiana nel mondo è un orgoglio - afferma Matteo Mursia, direttore commerciale di Rcs Sport - e un evento storico che legherà indissolubilmente due realtà del Made in Italy riconosciute a livello internazionale. La tappa in questione non poteva che arrivare a Reggio Emilia, sede del Consorzio Parmigiano Reggiano nonché luogo che diede i natali alla bandiera italiana nel 1797»
Peraltro, aggiungiamo noi, Città del Tricolore è il secondo nome del Mapei Stadium. Giusto per citare una realtà che nel ciclismo ha fatto tanto.
A seguire e chiudere l'evento, una lectio magistralis da parte di Pietro Rovatti, brand consultant del Consorzio. Che prima lancia un piccolo allarme sul fatto che il parmigiano reggiano in America rappresenta appena il 5% del "parmesan cheese" presente sul mercato («Il resto, quando non è il grana padano nostro "cugino" e allora va benissimo, è roba fatta con latte in polvere e persino cellulosa») dopodiché spiega la ratio e l'importanza di questa partnership («Raccontare il nostro territorio di produzione, che comprende le province di Reggio Emilia, Modena, Parma e Bologna a sinistra del fiume Reno e Mantova a destra del Po, facendolo attraversare dai ciclisti del Giro d'Italia è naturale, genuino ed emozionante») infine arricchisce il bagaglio gastronomico dei presenti con un'affascinante ritratto della produzione del parmigiano reggiano: «La produzione del Parmigiano Reggiano nasce con una corsa! Dalla fase della mungitura non devono passare più di due ore per portare il latte al Caseificio. Una corsa per non far scendere la temperatura del latte oltre una determinata soglia e mantenere vivi tutti i componenti essenziali per creare un prodotto di qualità superiore. Successivamente, il nostro capitano, il casaro, “pedala” con lo spino per rompere la cagliata in piccoli frammenti e formare la tipica pasta granulosa. Infine interviene il resto della squadra per completare il Giro della produzione della giornata. In una forma ci sono non decine ma centinaia di litri di latte: pensate quanto è compresso!»