Il Tour of Antalya 2022 ci consegna l'immagine di un ragazzino/ragazzone danese di nome Jacob Hindsgaul, e di quello che, Tour de France o meno, per la categoria Professional possiamo definire uno squadrone nordico: la Uno X, che è venuta qua con papabili uomini classifica come Hansen (catapultato dalla diaspora Qhubeka), e Kulset, e invece nella tappa in salita di Termessos ha costruito un capolavoro con Hindsgaul e l'altro "outsider" Holter. Della serie "vi dominiamo coi ragazzi, neanche coi più blasonati". Prova di forza.
Così come la Alpecin Fenix. Tre uomini persi per strada in due giorni e una volata persa per pochi centimetri il primo giorno. Poi però si riordinano le idee, si risparmiamo le energie e all'ultimo sprint in Piazza della Repubblica ci si riprende tutto con gli interessi: Jakub Mareczko, supportato dal trio Dehairs-Gaze-VanDenBossche, porta le mani al petto e tra sé e Malucelli mette non un centimetro, ma un uomo e una bici (De Kleijn della Human Powered Health, così si chiama adesso la Rally). E si prende la maglia gialla.
È stato l'Antalya dei due Jacopi. È stato l'Antalya delle due big favorite: Uno X e Alpecin Fenix, una la maglia color magenta di Hindsgaul, l'altra la classifica a punti di Mareczko.
Per altri versi, comunque, è stata una corsa a tinte molto italiane. Matteo Malucelli sarà stato beffato all'ultimo, ma intanto per metà corsa in giallo c'è stato lui dopo il photofinish iniziale proprio su Mareczko. Con un intermezzo sì serbo, ma della vivace Continental toscana Corratec, con Dusan Rajovic. Alessandro Fedeli, compagno di Malucelli alla Gazprom RusVelo (occhio a questo team di fatto italo-russo: come ci racconta Nicola Conci nel magazine TuttoBici di febbraio, è infarcito di italiani in cerca di riscatto che possono trovare la giusta alchimia) è arrivato secondo nella generale a un abbuono distanza da Hindsgaul. Fedeli conferma così la tradizione (che a questo punto assume i connotati quasi della maledizione da non-vittoria) italica qui ad Antalya, dopo i precedenti podi generali di Fancellu e Lonardi negli anni scorsi.
Quest'ultimo nome, in particolare, ci porta al capitolo formazioni nostrane.
La Drone Hopper Androni si piazza seconda nella classifica a squadre e piazza all'8° posto della generale l'argentino Sepulveda, arrivato a giocarsi la volatina nella queen stage col supporto di Zardini e Ravanelli. E per non farsi mancar nulla, Tagliani a podio nella seconda tappa. Quella agguantata dal già citato Rajovic: ottimo guizzo per una struttura neonata come la Corratec, che a conti fatti è l'unico team italiano ad aver vinto qualcosa qui ad Antalya.
Podi di tappa solo sfiorati, invece, da Bardiani Csf Faizanè ed Eolo Kometa: Enrico Zanoncello e Giovanni Lonardi hanno conseguito un quarto piazzamento a testa. Questione di dettagli, momenti, scelte di tempo, posizioni, centimetri, varchi, treni e piloti. E un pizzico, un pizzicone, di buona o mala sorte. I colori ciclamino e azzurro sono arrivati mezzo passo indietro rispetto agli atleti di Savio anche nella generale, con Martinelli 16° e Bais 18°.
Menzione finale per una squadra rumena ma semi-italiana come la Giotti Victoria Savini Due, che non è andata oltre il 72esimo posto di Adriano Brogi a 5'07'' da Hindsgaul e piazzamenti di tappa oltre la ventesima posizione.
Per concludere questo "day after" Tour of Antalya, è chiaro che in una corsa di 4 tappe con 23 squadre e circa centocinquanta corridori coinvolti, highlights e curiosità possono essere tanti.
Senza tediarvi troppo, abbiamo selezionato questo pokerissimo:
- Per completare il quadretto del nord. Dopo Uno X e Alpecin Fenix può stappare una bottiglietta anche la Bingoal, abbonata al gradino più basso del podio qui ad Antalya: nella prima tappa con l'estone Lauk e nella generale col lussemburghese Luc Wirtgen, della Bingoal. Tra i loro compagni, riuscendo a completare la corsa senza infamia e senza lode, figura il ciclista-youtuber Bas Tietema (avete presente il format social "Le Tour de Tietema"?) i cui fan hanno inondato ogni giorno di commenti le dirette on-line della corsa.
- Uno dei maggiori distacchi sul gruppo, oltre i 3 minuti e mezzo, l'ha raggiunto il fuggitivo dell'ultima tappa Meindert Weulink, della Continental olandese Abloc, che grazie a un'ottima performance il giorno prima a Termessos si è assicurato la 14esima piazza in classifica generale.
- Un solo caso di covid accertato tra i partecipanti a questo Antalya. E non durante, ma alla vigilia: l'azero Elchin Asadov della locale Sakarya. Per il resto c'è stato qualche ritiro in corsa dovuto a condizioni di salute non ottimali dell'atleta. Non dovuti, sembrerebbe, al coronavirus. Ampliando lo sguardo al Paese ospitante della gara, in Turchia il covid pare non essere percepito allo stesso modo che da noi.
- Per soli 5 secondi complessivi, a battere la Drone Hopper Androni in cima alla graduatoria delle squadre è stata la Terengganu. La formazione malese, a noi nota soprattutto come "padrona di casa" al Tour de Langkawi, qui ad Antalya ha portato tre uomini nelle prime 15 posizioni della generale (tra cui l'ucraino Budiak e il mongolo Sainbayar che menzionammo nella nostra anteprima della vigilia).
- Last but not least, vetrina finale per Matthew Gibson, della Wiv SunGod. La squadra ex Canyon, che del resto era qui da team campione in carica (sebbene il vincitore dell'edizione 2020 Stedman non corra più con loro) non solo ha portato Jacob Scott ad aggiudicarsi la maglia verde degli speciali sprint Climate Change Awareness, ma ha avuto in Gibson un terzo incomodo fino alla fine nella lotta alla maglia gialla di Mareczko e Malucelli. Velocista 25enne, dopo una discreta carriera U23 da cacciatore di tappa, cerca il bersaglio grosso nei circuiti continentali.