Per la nostra serie di "interviste natalizie" in vista dell'anno nuovo, abbiamo fatto due chiacchiere con la regina dei boschi, la leggenda della mountain bike italiana Paola Pezzo:
Come sta trascorrendo le feste tra Natale e Capodanno?
«Dato il periodo, niente di troppo particolare: dei bei ritrovi in montagna con tutta la famiglia, marito, sorelle, nonno, i ragazzi... Ecco, Kevin e Patrick stanno approfittando delle vacanze per fare tante gare di ciclocross: il 28 eravamo a Conegliano, ieri a Pordenone, dopodomani a Bologna, il weekend dell'8-9 gennaio a Variano in Friuli. Sempre in viaggio!»
A proposito dei suoi figli: che via stanno prendendo? La strada, la terra... o tutte e due?
«Si vedrà più avanti nello specifico. Alla loro età (19 e 13 anni, ndr) l'importante è essere molto impegnati nello sport, che aiuta anche a evitare magari situazioni brutte. In un periodo oltretutto difficile come quello dei lockdown, lo sport è stato di grande aiuto! Io e Paolo (Rosola, il marito, ndr) li abbiamo sempre lasciati liberi di scegliere. Kevin ha iniziato col basket e Patrick col calcio, ma adesso stanno optando entrambi per il ciclismo. Finora stanno alternando le varie specialità, così da acquisire più abilità motorie possibili e decidere più avanti, una volta preparati su tutto, se fare strada, mountain bike o pista.»
Restando in tema di giovani ciclisti, ai Mondiali in Val di Sole abbiamo visto bei piazzamenti di Juri Zanotti, Sara Cortinovis, Marika Tovo e altri ragazzi e ragazze: insomma, la giovane Italia della MTB c'è!
«Certamente, di giovani talentuosi ne abbiamo tanti: abbiamo tutto, occorre saperci lavorare bene come in altri Paesi. Il problema è che dovrebbero potersi divertire di più nelle categorie giovanili, invece gli si mette fin da subito tante pressioni, partono fortissimo ma poi già in Under 23 si rischia di perderli. La Federazione deve seguirli nel modo giusto.»
E lei Paola, corre ancora in qualche categoria?
«Agonismo ormai non più, partecipo giusto a qualche manifestazione se m'invitano come ospite d'onore e niente più, però sono sempre molto attiva in questo sport. Ho la mia scuola di MTB a Valeggio sul Mincio e insegno in un liceo a Castelletto di Brenzone, dove è obbligatorio per i ragazzi fare vela sul lago di Garda e mountain bike sul monte Baldo. È una delle prime strutture scolastiche ad aver portato il ciclismo a scuola! I ragazzi in questo modo si formano da subito e a 18 anni sono già pronti per lavorare nelle scuole della Federazione.»