Ha pedalato per dodici ore consecutive, dalle 5 del mattino alle 17,00 del pomeriggio. Ha sfidato la sete, caldo, la fatica, la stanchezza. E nel giorno del suo compleanno, 10 luglio, allo scoccare dei suoi 54 anni ha intascato il Record del Mondo sulle 6 ore con 191 km percorsi. Il Record del mondo sui 200 k in 6.16.43 alla media di 31, 856. E non ancora doma, ha continuato imperterrita nel suo intento, sino allo scoccare della dodicesima ora, in sella alla sua bicicletta da pista marchiata Fiorin.
Anna Mei ha fatto suo il Velodromo Mercante di Bassano del Grappa. Ma soprattutto ha fatto sua la causa dei Bambini Farfalla, bambini affetti da una malattia genetica rara che stacca letteralmente la pelle dal corpo, che vivono in condizioni di sofferenza indicibile e per i quali ancora non si trova la cura definitiva. Le farfalle stampate sulla sua maglia, le farfalle stampate nel suo cuore. Le farfalle stampate sul suo sorriso, lei piccola insegnante milanese, trasferitasi per amore a Ravenna. A permettere l’impresa, l’infaticabile Nicola Argesi, conduttore ventennale di Scratch e presidente dell Uc 2000, società che organizza gare di ciclismo e nel fare del bene e sostenere cause per il bene, ha trovato la sua forza.
La raccolta fondi per trovare la cura per i bambini farfalla procede inesorabile, ma Anna Mei ha posto una pietra miliare al fare del bene. Mettersi in gioco in prima persona: «Mi sono sentita come una biglia impazzita, lanciata da tutti bambini farfalla nel circuito disegnato e scavato nella sabbia virtuale, come si usava un tempo; le biglie di plastica e i giochi sulla sabbia, al mare, nelle spensierate ferite ferragostane. Io ero quella biglia, i bambini farfalla la mia forza e la mia spinta e il velodromo Mercante il circuito della sabbia», ha raccontato Anna mei appena scesa di sella, spinta e sostenuta da marito, Roberto Bozzi, imprenditore romagnolo e primo fans delle imprese di Anna. «Ora mi merito un po’ di riposo. Una impresa che ha messo a dura prova la mia resistenza fisica. Il vento è stato l’ostacolo principale alla pedalata nel velodromo. Mi sono alimentata con del ghiaccio inserito in un gubbino e che mano a mano che pedalavo si trasformava in acqua e finiva dentro una borraccia che mi permetteva di bere. Si ho bisogno di riposo ma la mia corsa, la nostra corsa per i bambini farfalla non finisce qui».
E ci crediamo Anna. Ci hai abituati ad imprese incredibili. E non ti fermerai qui.