È passata la prima metà del Giro d’Italia Giovani U23 e con questa tappa, la numero 6, girata la boa di metà percorso, inizia la seconda, quella finale, la decisiva con lo spagnolo Juan Ayuso che ieri è tornato in possesso della maglia rosa dopo l'impresa firmata a Sestola.
Fase due che inizia in Veneto, terra d’elezione per passione ciclistica in quello che è una sorta d’aperitivo di portate ciclistiche successive, in provincia di Verona, con il ritrovo e il via che ripetono una felice esperienza del Giro d’Italia U23 della scorsa edizione, il 2020, con la partenza – ripetuta - di una tappa da Bonferraro di Sorgà. Siamo nella bassa pianura veronese, in prossimità della linea che la divide dalla Lombardia, provincia di Mantova precisamente. La zona è di prevalente agricoltura, con il riso in primo piano, protagonista sempre apprezzato di vari eventi culinari nel corso dell’anno. In zona sono presenti edifici di peculiare architettura rurale, ville e corti, fatte costruire nel passato da famiglie abbienti
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Il ritrovo è fissato nella frazione di Bonferraro, la più popolata del comune, dove ha sede la zona industriale e la Alé Cipollini DMT – fra altre -, realtà create a partire dal 1978 dall’intraprendenza e competenza di Federico Zecchetto, mantovano, che ha firmato una crescita, a livello internazionale, di un gruppo che opera con oculata capacità di espansione in tutti i settori legati al ciclismo proponendo un’offerta a 360 gradi. Alé è uno dei marchi, con Alessia Piccolo quale appassionata e competente riferimento, che firma le maglie dei leader della corsa.
Nativo di Bonferraro era Antonio Ascari (1888-Linas/Francia 1925), pilota automobilistico, perito in corsa così come il figlio Alberto (Milano 1918-Monza 1955) iridato di F 1 1952 e 1953, accomunati dal crudele destino della morte in pista.
Dopo la consueta sfilata, il km. 0 che segna il via della corsa, è nel territorio di Castel d’Ario, in Lombardia, provincia di Mantova, con il passaggio per il bivio di Castelbelforte, poi Canedole, frazione di Roverbella, popoloso comune con vari edifici di buon rilievo e terra di corridori come Giacomo Gaioni (1905-Mantova 1988), oro olimpico ad Amsterdam 1928 nel quartetto dell’inseguimento con Cesare Facciani, Mario Lusiani e Luigi Tasselli. Conquistò anche il record mondiale dell’ora dilettanti, sempre nel 1928, ottenuto al velodromo di corso Sempione a Milano. Nativo di qui è pure Luigi Roncaglia (1943), specialista pure lui dell’inseguimento a squadre, argento a Tokyo 1964, bronzo a Città del Messico 1968 alle Olimpiadi e oro ai mondiali 1966 di Francoforte e Roma 1968, con gli argenti, sempre mondiali, a San Sebastiano 1965 e Amsterdam 1967. Anche Luciana Turina, cantante e attrice di buona popolarità, è di Roverbella.
Si prosegue nella pianura toccando Goito, importante comune sulla destra del fiume Mincio, in posizione strategica, sede di due battaglie vittoriose dei piemontesi riportate sugli austriaci nel 1848 nel corso della prima guerra d’Indipendenza. Notevoli sono la massiccia torre medievale, la basilica di San Pietro, la villa Giraffa e la villa D’Arco-Moschini, neoclassica, al centro di un grande parco lungo il fiume con il monumento al Bersagliere dedicato ai soldati piumati del generale La Marmora che qui fu ferito nel maggio del 1848. Di Goito è Sordello da Goito, vissuto nella prima metà del 1200, poeta e trovatore.
Diffusa è la coltura di foraggio e cereali che alimenta l’allevamento bovino con collegata attività lattiero casearia e l’industria alimentare con diversificazioni anche nel settore metalmeccanico, cartario e tessile. Dopo avere superato anche la sua frazione di Cerlongo, nell’alta pianura mantovana ai piedi delle colline moreniche, si raggiunge Guidizzolo, industre centro tristemente noto per il grave incidente del 12 maggio 1957, durante la Mille Miglia, quando il pilota spagnolo Alfonso De Portago uscì di strada con la sua Ferrari per una foratura, a circa 250 kmh., causando, oltre alla sua e quella del suo navigatore, la morte di nove persone, cinque erano bambini, che assistevano al passaggio dei bolidi. L’incidente, in realtà accaduto nel territorio della confinante Cavriana, determinò la fine della Mille Miglia in forma competitiva.
Si passa per gli svincoli di Castiglione delle Stiviere e di Carpenedolo, passando immediatamente nella provincia di Brescia, superando anche lo svincolo di Montichiari, nel cui comune sorge l’unico velodromo coperto italiano, sovente non agibile purtroppo ma, come si usa dire “meglio piuttosto che niente”, in attesa d’auspicabili tempi migliori in tema. Si passa per Ghedi, centro della bassa bresciana con varie interessanti costruzioni di culto e civili, sede, già dal primo dopoguerra, di un importante aeroporto militare, si prosegue poi nel panorama agricolo con più recenti insediamenti manifatturieri, per Leno, popoloso comune con importante agricoltura e diverse attività industriali, già sede di un’antica abbazia e luogo di nascita della politica Mariastella Gelmini.
Dopo il bivio di Manerbio si transita per Scarpizzolo, frazione di San Paolo per giungere infine a Orzinuovi, centro d’importante agricoltura che dal secondo dopoguerra ha notevolmente integrato con diversificate attività industriali e commerciali. Presenta la Parrocchiale di Santa Maria Assunta e altri edifici di vario rilievo. Qui sono nati i calciatori Cesare Prandelli (1957), allenatore poi anche C.T. della nazionale azzurra, Claudio Correnti (1941) e Giuseppe Favalli (1972), calciatori di lunga carriera e pure Vanessa Ferrari, longeva ginnasta e prima atleta azzurra a laurearsi campionessa mondiale di ginnastica artistica nel 2006 e con nutritissimo palmarès.
Avviene quindi un breve “sconfinamento” nella provincia di Cremona per entrare subito in quella di Bergamo, dopo il bivio di Pumenengo, nel suo territorio comunale percorso dal fiume Oglio, con il castello visconteo e la parrocchiale di San Paolo, poi Calcio, paese di vive tradizioni con la caratteristica di “paese dipinto” per i numerosi affreschi, murales e mosaici che adornano molti edifici di varia tipologia e pure le case del luogo, , per incontrare poi Cividate al Piano, con la notevole, piccola, chiesa di Santa Margherita con affreschi dei Baschenis.
Si prospetta Mornico al Serio, traguardo volante 2021, già sede d’arrivo e partenza di tappe del Giro d’Italia U23 Giovani nel 1918 vinta dallo sprinter belga Jasper Philipsen davanti al tricolore Matteo Moschetti e Giovanni Lonardi. Continuando in tema ciclistico è da ricordare che è qui la sede produttiva della Colpack di “patron” Beppe Colleoni, marchio di primo rilievo e passione per le due ruote, da molti anni prolifico vivaio di corridori con molti passaggi fra i professionisti, un settore che ha frequentato anche come primo sponsor. Diversi sono gli edifici d’interesse e, fra questi. La chiesa di S. Andrea, consacrata da Angelo Roncalli, poi papa Giovanni XXIII, e quella dell’Addolorata, Palazzo Perini, sede comunale, con armonico porticato, il palazzo Alessandri-Biasca. L’industria contempla attività meccaniche, illuminotecniche, materie plastiche con l’agricoltura che produce cereali, foraggi e barbabietole da zucchero.
Sempre in pianura, l’itinerario propone un giro largo attorno a Bergamo, toccando, nell’ordine, Bolgare, Montello, all’imbocco della Val Cavallina, Albano S. Alessandro, popoloso centro, con il neoclassico Palazzo Salvi e chiese di rilievo e, da qui, l’altimetria inizia a salire, leggermente dapprima, salendo ai m. 329 di Gavarno-Tribulina, frazione del comune sparso di Scanzorosciate, zona di produzione del rosso Moscato di Scanzo DOCG e del Valcalepio rosso DOC, frequentato e panoramico itinerario dei tanti appassionati delle due ruote orobici, per raggiungere quindi Nembro, nella Val Seriana percorsa dal fiume Serio. Conta quasi 12.000 abitanti e il centro originario si snoda attorno a un asse centrale curvilineo caratterizzato da interessanti edifici con le chiese di S. Sebastiano, di S. Maria, la parrocchiale di San Martino e, in posizione più elevata, il santuario della Madonna dello Zuccarello. È notevole centro di molteplici attività industriali. Bruno Zanoni (1952), buon corridore professionista, vincitore della semitappa Terni-Assisi del Giro d’Italia 1978.
Da qui inizia la salita che conduce, passando per S. Vito, frazione di Nembro, al GPM di 2^ cat., a quota m. 945, di Selvino. La salita di km. 10 con continuità di pendenza costante del 6/7% e dodici tornanti è un “classico” percorso della terra bergamasca che sfocia su un solatio e vasto altopiano, frequentato dal turismo di prossimità, sia in estate, sia in inverno, fra la valle Seriana e la valle Brembana. Due volte il Giro d’Italia prof ha posto qui un traguardo di tappa: nel 1988 successo a stelle e strisce di Andrew Hampsten, primo statunitense a imporsi al Giro d’Italia e nel 1995, cronoscalata con partenza da Cenate, vittoria dello svizzero Toni Rominger, pure lui vincitore finale di quell’edizione della corsa rosa. Sono qui nati i fratelli Magoni con Paoletta, sciatrice alpina vincitrice dell’oro olimpico nello slalom speciale a Sarajevo nel 1984 e molto altro, di Livio, allenatore di sci alpino e Oscar (1967), calciatore in varie squadre di serie A e allenatore.
Segue la discesa, con pendenze addolcite rispetto al versante in salita, toccando Ambriola nel comune di Costa Serina e Ambria, frazione di Zogno e raggiungere infine il traguardo.
San Pellegrino Terme, traguardo di tappa, è una nota località termale e turistica di lunga storia, al centro della Val Brembana, considerata il centro di riferimento della valle. Conserva la sua caratteristica struttura d’elegante centro termale d’inizio 1900, frequentata da molte personalità di vari settori, quando era ricercatissimo luogo di vacanza dell’alta borghesia che qui ricercava il benessere fisico con le acque termali, le passeggiate nei boschi e il brivido del gioco d’azzardo nel suo Casinò. È il liberty lo stile architettonico che prevale tuttora nel nucleo centrale, con caratteristiche d’inizio secolo XIX, ritrovabili negli imponenti edifici del Grand Hotel con il lungo fronte parallelo al fiume Brembo, il complesso del palazzo della Fonte e dell’ex Casinò, in posizione più elevata, tra il verde, tutti collegati da un lungo portico con decorazioni di stile floreale. È sede d’importanti congressi ed eventi di varia natura. Nel 1961 fu costruito lo stabilimento per l’imbottigliamento di acque minerali e bibite San Pellegrino, marchio di rilevanza mondiale. Le nuove terme sono attive dalla fine del 2014. La cittadina presenta altri motivi di riferimento religioso e civile interessanti. Importante è il locale istituto alberghiero. A San Pellegrino transita la Ciclovia della Val Brembana ricavata sul tracciato di un’antica ferrovia.
Il ciclismo ha sempre avuto solidi legami con la cittadina a partire da “La 100 corse S. Pellegrino”, serie di cento gare dilettantistiche in tutta Italia che selezionavano i partecipanti alla fase nazionale finale a tappe, la “Mille Chilometri”, dove le squadre regionali si affrontavano e il traguardo conclusivo era sempre San Pellegrino Terme. Iniziativa durata dal 1956 al 1959 quando inizio l’attività della squadra Professionistica San Pellegrino che riunì, sotto la medesima bandiera, Gino Bartali e – purtroppo molto brevemente – Fausto Coppi. La San Pellegrino è stata per vari decenni un partner munifico, di primissimo piano con molteplici iniziative per la promozione di tante discipline sportive fra i giovani, premiati con le “stelle San Pellegrino”, il loro logo, in oro, argento e bronzo, portate avanti con l’ufficio organizzazioni della Gazzetta dello Sport diretto da “patron” Vincenzo Torriani.
Ivan Gotti, vincitore di due Giri d’Italia prof, 1997 e 1999, pure maglia gialla al Tour, è nato qui nel 1961. Numerose le tappe della corsa rosa professionistica a San Pellegrino Terme: 1937 Glauco Servadei, 1953 Nino Assirelli, 1955 Fausto Coppi nella famosissima tappa in fuga con Fiorenzo Magni che conquistò la maglia rosa strappandola a Gastone Nencini, 1956 Giorgio Albani, 1959 Alessandro Fantini, 1964 Franco Bitossi, 1989 Marino Basso, 1977 Renato Laghi e, infine, 2011, Eros Capecchi.