La seconda tappa che va dal sud al nord della Romagna, da Riccione a Imola, presenta un profilo assai piatto nei primi due terzi mentre concentra nel finale due GPM di terza categoria, in successione, che potrebbero, come si dice, “scremare” il gruppo in vista del traguardo.
E il tracciato iniziale ripercorre, in gran parte, le strade e i luoghi del finale dell’arrivo di ieri a Riccione, interessando la periferia di Rimini e poi il comune di Coriano, toccando le sue località di Ospedaletto e Cerasolo, poi San Martino dei Mulini, popolosa frazione di Sant’Arcangelo di Romagna, per poi entrare nella provincia di Forlì-Cesena.
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Si passa ancora, come il giorno prima, per Savignano sul Rubicone, Gatteo, Sala di Cesenatico, proseguendo per Villalta, altra frazione di Cesenatico e raggiungere quindi la provincia di Ravenna, passando per Pisignano, frazione di Cervia, centro agricolo con la pregevole pieve di S. Stefano dell’anno mille circa con all’interno notevoli affreschi. È pure sede di un aeroporto militare. Il tracciato prevede il passaggio da Casemurate, una delle tantissime frazioni di Ravenna, importante svincolo della superstrada Ravenna-Orte.
Da qui si rientra nella provincia di Forlì-Cesena, nel territorio del capoluogo Forlì, passando dapprima nella sua frazione agricola di Carpinello, mentre nel centro cittadino sarà aggiudicato un traguardo volante.
Forlì, città di lunga storia in differenti epoche, lungo la Via Emilia, circa a metà strada fra Rimini e Bologna, in una fertilissima pianura prima di dolci rilievi collinari del sub-appennino tosco-romagnolo, ora anche con molteplici insediamenti industriali e commerciali, è considerata a tutti gli effetti la capitale storica della Romagna. Per tradizione e consolidata vocazione vanta un solido rapporto con la bicicletta, intesa come mezzo di locomozione quotidiana e pure nell’accezione sportiva. Di notevole e specifica rilevanza è il versante enogastronomico, indicativo delle gustose tipicità romagnole, quali la piada o piadina che dir si voglia, cappelletti, lasagne, pasticcio alla romagnola e, per i vini, i bianchi Albana e Trebbiano con i rossi Sangiovese e Cagnina.
La basilica di San Mercuriale completata nel 1100 circa, con il suo svettante campanile, si prospetta sulla grande e scenografica Piazza Saffi, contornata da edifici monumentali eterogenei quali il palazzo del Municipio con la Torre Civica, il quattrocentesco Palazzo del Podestà, unitamente alla Pinacoteca, ai Musei comunali, alla Cattedrale di Santa Croce, costituisco il patrimonio architettonico e culturale di Forlì.
In tema di forlivesi illustri si possono ricordare Melozzo da Forlì, pittore e architetto, Girolamo Mercuriale, medico e primo teorizzatore della ginnastica su base medica, Giovanni delle Bande Nere, tutti del XV secolo. Appartengono invece al XVIII secolo Giovanni Battista Morgagni, medico considerato il fondatore dell’anatomia patologica e, in tempi più vicini, il patriota e politico risorgimentale Aurelio Saffi, , i fratelli Fabbri e i fratelli Garzanti, editori di livello, e il noto giornalista Marino Bartoletti.
Nativo di Forlì è Tullo Morgagni (1881-Milano 1919, perito in un incidente aereo), giornalista, cofondatore con i colleghi della Gazzetta dello Sport, Eugenio Camillo Costamagna e Armando Cougnet, del Giro d’Italia e delle altre classicissime rosa. Forlì gli ha intitolato lo stadio cittadino con la pista ciclistica in cemento che lo contorna dedicata al forte corridore forlivese Glauco Servadei. Ercole Baldini (1933), è l’eccellenza assoluta in tema ciclistico con il suo straordinario palmarès, iridato, con oro a cinque cerchi, sia su strada, sia su pista e maglia rosa finale nel 1958.
Molti sono i corridori forlivesi di varie epoche, con due società che curano particolarmente il settore giovanile come la SCAT Forlì e la Forti e Liberi.
Nel 2018 la seconda edizione della nuova serie del Giro d’Italia Giovani Under 23, quella firmata dalla Nuova Ciclistica Placci 2013, ha vissuto qui il suo inizio.
Il Giro prof ha visto Forlì traguardo di tappa nel 1925 con successo di Learco Guerra, Alfredo Binda 1928, 1930 Learco Guerra, Aldo Bini 1937, 1939 il forlivese Glauco Servadei, 1960 Rik Van Looy, 1977 Freddy Maertens, 2006 Robbie Mc Ewen e nel 2015 Nicola Boem.
Si passa per le sue frazioni di San Varano e Villanova, seguite da un altro rientro in provincia di Ravenna, trovando l’importante città di Faenza.
La piacevole città conta quasi 60.000 abitanti ed è connotata, nella zona centrale, da un’elegante struttura medievale con le due vaste e belle piazze, Piazza del Popolo e Piazza della Libertà, con varie costruzioni storiche, civili e religiose, che rimandano al neoclassicismo fra il XVIII e il XIX secolo, quando la città ne era un riferimento anche a livello internazionale.
La lavorazione della maiolica costituisce una specifica prerogativa di Faenza tanto che, sia in francese, sia in inglese, le ceramiche e le maioliche sono definite, sempre, con i termini d’univoco riferimento a Faenza. Famoso è anche il tradizionale Palio del Niballo.
La bicicletta e il ciclismo sono argomenti sempre d’attualità nella zona che ricorda, fra tanti, Vito Ortelli (1921-2017), corridore di specifico valore e l’attuale C.T. azzurro, e molto altro, Davide Cassani, nato a Faenza il Capodanno del 1961, della vicina Solarolo ma abitante di Faenza, Renato Laghi e Daniele Caroli.
Michele Dancelli nel 1970, il norvegese Kurt Arvesen nel 2003 e Leonardo Bertagnolli sono i vincitori delle tappe a Faenza del Giro professionisti. Molte sono comunque le gare che hanno interessato Faenza che ha nella Società Ciclistica Faentina 1907, ora presieduta da un altro solarese, Raffaele Babini, un riferimento appassionato e di riconosciuta competenza ciclistica in diversi settori, che ha raccolto il testimone e cura soprattutto l’avviamento dei giovanissimi alla bicicletta e al ciclismo.
Faenza è pure la consueta sede dell’annuale consegna del “Premio Sicurezza”, ideato dal presidente del G.S. Progetti Scorta”, Silvano Antonelli, sempre sensibile e attivo sul tema della sicurezza nelle corse ciclistiche.
Faentini illustri sono Evangelista Torricelli (1868-1647), matematico e fisico collegato all’invenzione del barometro, Alfredo Oriani (1852-1909), letterato e fra i primi appassionati cantori delle due ruote a pedali, Pietro Nenni (1891-1980) e Benigno Zaccagnini (1912-1989), politici di spessore specifico.
Si entra poi nell’ambito comunale di Brisighella, inserito nell’elenco dei borghi più belli d’Italia, passando dapprima per le località di Marzeno e la leggera salita di Monte Carla. L’abitato è caratterizzato da tre colli con la Rocca Manfrediana, la Torre dell’Orologio, in piacevolissima ambientazione collinare. Inizia qui la salita al GPM di Monticino, 3^ cat., m. 288, il terzo colle dove sorge il Santuario della Madonna dl Monticino. È nota pure con il nome di Calbane, con caratteristici calanchi.
Nativo di Brisighella era Aldo Ronconi (1918-Faenza 2012), vincitore di tappe al Giro e al Tour dove, nel 1947, indossò per due giorni la maglia gialla. Originaria di qui era anche la famiglia di Lorenzo Bandini, pilota di F 1 che visse a Brisighella la sua giovinezza, scomparso in gara, a Montecarlo, nel 1967.
La discesa conduce a Riolo Terme, con gli stabilimenti termali inaugurati nel 1877, in un curato e vasto parco, la Rocca di fine XIV secolo, con il ricordo del giornalista Dante Ronchi che, in coppia con il collega-amico bolognese Ermanno Mioli, curava con passione e partecipazione il ciclismo del quotidiano Stadio-Corriere dello Sport. Di Riolo Terme è Elio Festa (1960) professionista per tre anni. Nel 1963 il torinese Nino Defilippis s’impose qui nella Arezzo-Riolo Terme mentre la maglia rosa era sulle spalle di Diego Ronchini, della vicina Imola.
Poco dopo inizia la salita ai m. 268 di Cima Gallisterna, altro GPM di 3^ cat., con pendenze sensibili, difficoltà inserita e portata alla ribalta dal percorso dei Mondiali 2020 di Imola, con discesa che passando da Ca’ Colombara, conduce in poco meno di km. 10 al traguardo di Imola, passando in provincia di Bologna, posto in Via Dante.
Imola è una città, la più estesa e popolata con oltre 70.000 abitanti, della provincia, dopo il capoluogo Bologna, con peculiare e prestigiosa tradizione anche ciclistica, di livello mondiale, in senso proprio, in quanto - per due volte - ha ospitato i Campionati del Mondo su strada ed è stata la “casa” della Coppa Placci, classica approdata nell’eccellenza del calendario internazionale, organizzata dall’U.S. Imolese con Nino Ceroni, oggi vivace novantaduenne, testa e cuore - sempre propositivo e innovativo - di una gara che era sempre pure un evento apprezzato e sostenuto dalle amministrazioni e dalle aziende per la promozione del territorio che supportavano l’operato in materia del rispettato “deus ex machina”, Nino Ceroni appunto.
È stata pure la sede del ritrovo e della 1^ tappa del Giro d’Italia Giovani Under 23, il 9 giugno 2017, quello della nuova “ripartenza” della gara che riconferma il successo, anno dopo anno.
Nell’occasione del cinquantenario della straordinaria impresa solitaria firmata da Vittorio Adorni nel 1968, Nino Ceroni ha radunato alla rievocazione, i protagonisti della spedizione azzurra e varie personalità legate all’evento. Quella dei Mondiali 2020 è invece una storia – e che storia -, una “case history” si potrebbe dire con l’inglese imperante, firmata da un Comitato Organizzatore presieduto da Marco Selleri e Marco Pavarini, con il supporto di Regione Emilia-Romagna, F.C.I., Autodromo di Imola, Comune di Imola, Con.Ami e dei molti volontari impegnati. Quasi un atto di fede, visto i tempi ristrettissimi di realizzazione e i pesanti problemi in tempo di covid, premiato comunque da un successo di consensi per l’aspetto sportivo e quello promozionale., senza se e senza ma, certificato da riconoscimenti di consenso plebiscitari internazionali, ai più alti livelli.
La conclusione di entrambe le gare che hanno consegnato la più ambita maglia iridata a Vittorio Adorni e al francese Julian Alaphilippe, entrambi vincitori per distacco, è avvenuta all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari, storico impianto motoristico, assai frequentato in varie occasioni anche dal ciclismo, è tornato pure a ospitare la F 1.
L’imponente struttura della Rocca Sforzesca del periodo a cavallo fra Medioevo e Rinascimento, con importanti collezioni di ceramiche, il Palazzo Vescovile, il Teatro Comunale, il Duomo, il palazzo Della Volpe, il santuario della Madonna del Piratello e vari altri pregevoli edifici di differenti generi, connotano la città definita dal buon vivere con un’economia avanzata e diversificata fra agricoltura frutticoltura soprattutto, molteplici settori manifatturieri con tecnologie d’avanguardia. La lavorazione della ceramica vanta qui una storia di lunga tradizione. Il sistema cooperativo ha avuto a Imola la sua culla e continua a caratterizzare molteplici attività e servizi.
Fra i molti professionisti di Imola e zona è di rilievo il nome di Diego Ronchini (1935-2003), Dante Rivola (1926-2000), buon professionista, Roberto Pelliconi (1962) due volte tricolore fra i dilettanti e poi professionista, mentre il Giro d’Italia professionistico ha proposto a Imola arrivi nel 1968 con successo di Marino Basso, 1992 Roberto Pagnin, 2015 il russo Illnur Zakarin e nel 2018 s’impone l’irlandese Sam Bennet.
Di Imola sono Andrea Costa (1851-1910), fra i fondatori del socialismo italiano, Claudio Costa (1941), medico, fondatore della clinica mobile per il motorismo, Checco Costa (1911-1988), protagonista del motociclismo agonistico moderno, Stefano Domenicali (1965), ora presidente e amministratore delegato della F 1, il compianto Fausto Gresini (1961-Bologna 2021), mondiale nel motociclismo e poi creatore del team omonimo, Vincenzo Maenza (1962), pluricampione olimpico nella lotta greco-romana e vari altri, in differenti settori.