A volte da un gesto sbagliato può nascere qualcosa di giusto. È il caso di Giulio, il tifoso sconsiderato che si è fatto conoscere per aver richiato di far cadere Lorenzo Fortunato sullo Zoncolan, prima di essere fermato da Gilberto Simoni e compagni.
Giulio ha 33 anni, di professione fa l’ingegnere elettronico e sabato scorso era salito in vetta allo Zoncolan con la sua bicicletta, scatenandosi poi come il peggiore dei tifosi. Martedì, primo tra i tifosi protagonisti di un gesto simile, aveva telefonato a Enzo Cainero, il grande padre delle tappe friulane e da quella telefonata è nato qualcosa di speciale. Stamane Giulio si è presentato nella sede di Progetto Autismo Fvg per chiedere scusa.
«Devo chiedere scusa a tante persone, innanzitutto a Lorenzo Fortunato, al quale ho rischiato di far perdere una tappa pazzesca, poi a Enzo Cainero al quale ho complicato non poco la gestione dell’evento, a Simoni, che mi ha placcato e a tutte le persone che si sono sentite offese dal mio gesto».
E ancora: «Salendo allo Zoncolan assieme a un gruppo di amici in bici alle nove del mattino, mi ero anche staccato e avevo trovato delle persone che mi avevano incitato e la loro carica mi aveva aiutato a riprendere quasi chi mi stava davanti. Mi prendo le mie responsabilità e accetterò le conseguenze del mio gesto».
A livello penale non gli accadrà nulla. A denunciarlo potevano essere solo lo stesso Cainero o l’Associazione corridori che in questo senso ha deciso di fare un passo indietro: «Mi ha colpito il suo sincero pentimento», spiega Cainero che in cambio gli ha chiesto di fare una colletta assieme ai suoi amici da devolvere in beneficenza a Progetto Autismo Fvg e di fare il volontario a un paio di tappe friulane della prossima edizione del Giro d’Italia.
Cainero poi aggiunge: «Da un evento negativo abbiamo cercato di trovare la strada per delle cose positive. Può succedere solo nello sport». Un eventuale Daspo potrebbe impedire a Giulio di fare il volontario sulle strade del Giro. «Chiederò una deroga – conclude Cainero –, in Italia viviamo di bonus e deroghe».