E’ la 79a volta, nella sua lunga e articolata storia, che il Giro d’Italia pone il traguardo conclusivo a Milano, nella sua “casa” e, sempre in tema statistico, è la 21^ volta che la corsa rosa termina con una prova con il tempo nel capoluogo meneghino e che, ancora in argomento, per dieci volte, ha ospitato una tappa intermedia.
Ed è sempre uno spettacolo di primario interesse sportivo, tecnico e d’ambiente festoso il genere di prova che consente di vedere impegnati uno a uno, i ”superstiti” della corsa rosa, come venivano definiti un tempo i corridori rimasti in gara. Non resta che sperare - e non solo per questo, beninteso - in un netto miglioramento della situazione di condizionata dall’incidenza del famigerato Covid 19 e sue varianti.
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Senago è un nuovo nome che si aggiunge al lunghissimo elenco delle località che hanno ospitato partenze e/o arrivi di tappa della “festa di maggio” in rosa del Giro d’Italia. Conta circa 21.000 abitanti e dista da Milano circa km. 16 (i km. 30 della lunghezza della tappa è determinata da scelte tecniche organizzative e di fluidità viabile per tale tipo di gara) che vede singolarmente impegnati i corridori nell’esercizio contro il tempo.
E’ un centro situato a nord-ovest del capoluogo, in pianura, nella zona di confine del Parco delle Groane, area naturale protetta, una piattaforma leggermente sollevata rispetto alla pianura, istituito nel 1976. Groane è la definizione della zona di brughiere, con fauna, flora ed elementi d’interesse geologico che la caratterizzano, unitamente a diverse testimonianze di archeologia industriale, fornaci soprattutto, che producevano laterizi con il materiale particolare ricavato dal suolo. Il comune è attraversato dal canale Villoresi e lungo le sue sponde, è presente una frequentata ciclabile con fondo sterrato che collega Ticino e Adda.
Vi sorgono vari edifici di rilievo come la Villa Borromeo, con grande parco e progetto iniziale voluto nel ‘600 dal cardinale Federico Borromeo, rifinita poi all’inizio del 1900, dagli architetti Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi, e altre ville, definite “di delizia” con parchi, di nobili milanesi del 18^ secolo, quali le ville Corbella-Martinelli-Sioli, Verzuolo- Monzini, sede della biblioteca comunale, Villa Ponti e Degli Occhi, ora all’interno di un complesso residenziale.
Soprattutto dal secondo dopoguerra Senago ha accentuato la sua realtà manifatturiera con diffuse attività in vari settori che si sono sostituite a quelle agricole precedenti.
Dal 1968 il Pedale Senaghese è un’attivissima realtà che cura il ciclismo giovanile con particolare passione, ereditata dai fondatori, i senaghesi Rino Cattaneo (1935- Arese 2005), corridore professionista dal 1959 al 1961, Rino Fedeli e Pietro Beretta, con nomi poi approdati, con successo, alle categorie superiori. Cesare Degli Occhi (1932-Milano 1971), noto avvocato e politico, era nato qui.
Il tracciato si sviluppa per intero nella provincia milanese e, dopo Senago, interessa marginalmente, alla grande rotatoria, Garbagnate Milanese per poi ritornare in comune di Senago, toccando la località di Cascina Traversagna e percorrere, alla periferia, Bollate passando per la sua frazione di Cassina Nuova, per poi giungere a Cascina Battiloca, primo rilevamento cronometrico, dopo poco più di km. 9 dalla partenza.
La località rientra nell’ambito comunale di Paderno Dugnano, e come tutta la parte della corsa prima dell’entrata in Milano, percorre la densamente popolata conurbazione a nord del capoluogo, con abitati inframmezzati da strutture commerciali e produttive, senza soluzione di continuità in pratica, salvo gli spazi di verde pubblico preservati e qualche edificio d’interesse architettonico specifico, eredità di un passato, più o meno recente.
Paderno Dugnano ricorda Paolo Magretti, scienziato naturalista, entomologo ed esploratore, nato a Milano nel 1854 e morto nel 1913 a Paderno Dugnano, e pure ciclista su strada che, nel 1876, fu il primo vincitore della Milano-Torino, considerata la classica in linea più antica del mondo, e Luigi Annoni (1890-Legnano 1974), vincitore di tre tappe al Giro d’Italia.
Qui il tracciato gira a destra e percorre la S.P. 44, più nota come “vecchia Comasina” o strada statale dei Giovi, direttrice che collega Como a Milano, e viceversa, che conduce nel comune di Cormano, nella sua frazione di Ospitaletto e dove, in località Brusuglio, sorge la neoclassica villa Manzoni - già Imbonati -, residenza estiva del grande letterato dove è conservata, inalterata, la sua biblioteca.
Si raggiunge quindi Cusano Milanino, nell’area dell’estesissimo Parco Nord, centro che contempera Cusano, il nucleo costitutivo e Milanino, costruita all’inizio del 1910 seguendo i criteri della città-giardino inglesi, con ville familiari con giardino in prevalente stile liberty. E’ qui nato e risiede Giovanni Trapattoni (1939), personaggio di primo rilievo, in vari ruoli, del calcio mondiale, il portiere Roberto “Bob” Lovati (1927-Roma 2011), poi dirigente sempre legato alla “sua” Lazio. Ha sede qui la De Rosa, fondata da Ugo De Rosa, marchio ciclistico di diffusa notorietà internazionale.
Segue Bresso, lungo il corso del fiume Seveso, con la notevole Villa Rivolta, oltre all’aeroporto civile che interessa in parte anche il territorio della contigua Sesto San Giovanni, passando prima per il quartiere Crocetta di Balsamo, nel popoloso comune di Cinisello Balsamo - 75.000 abitanti - per l’impetuosa crescita dell’immigrazione degli anni 1960 dove sono nati i calciatori Ernesto Castano (1939) e il bomber di varie squadre e della Nazionale, il compianto Pierino Prati (1946-Montorfano 2020).
Si raggiunge quindi Sesto San Giovanni, secondo rilevamento cronometrico, città già sede di una delle più grandi concentrazioni industriali italiane con stabilimenti metallurgici, elettrotecnici, elettronici e altro ancora. E’ il comune più popoloso della provincia, dopo Milano, con oltre 80.000 abitanti, con cui è urbanisticamente completamente fusa. La forte connotazione di coscienza operaia di sinistra, è stata affermata anche all’epoca della Resistenza, e continuata dalle amministrazioni di sinistra, le è valso la denominazione di “Stalingrado d’Italia”. La chiusura dei grandi complessi industriali negli anni 1990 ha determinato la trasformazione dell’economia industriale in quella del settore terziario avanzato e commerciale. Di rilievo architettonico è la Villa Torretta, Villa Pelucca e altre. Si passa per il centro e quindi per Sesto Marelli, prima di passare nel capoluogo meneghino.
Nativi della città sono Gino Strada (1948) e la moglie Teresa Sarti (1946-2009), co-fondatori di Emergency, benemerita associazione umanitaria nata nel 1994.
Ferdinando “Nando” Terruzzi (1924- Sarteano 2014), grande specialista della pista e vero, spettacolare, apprezzatissimo funambolo, era un beniamino delle numerose Sei Giorni della sua epoca, è nato qui.
Poi è solo Milano, città-metropoli con i suoi simboli che ricordano pure la sua storia, come il Duomo e la sua Madonnina, emblema cittadino, il Teatro alla Scala, i musei, Brera, il Castello Sforzesco, la chiesa di S. Maria delle Grazie, la basilica di S. Ambrogio, la Galleria Vittorio Emanuele, suoi nuovi e moderni quartieri con grattacieli e molto, tanto altro, ancora. Sul versante sportivo si propone lo stadio di San Siro-Giuseppe Meazza, l’Arena Civica intitolata a Gianni Brera e lo storico velodromo Vigorelli associato al nome del grande velocista Antonio Maspes. E, oltre ai luoghi, un ricordo cumulativo spetta ai molti milanesi, DOC o d’adozione, che nelle varie epoche hanno contribuito allo sviluppo della città, nei più vari settori.
Il tracciato della “crono” prospetta la lunghissima retta di Viale Monza, attraversando i quartieri di Precotto e Gorla e qui è da ricordare il fatto di guerra del 20 ottobre 1944 quando un aereo alleato bombardò una scuola elementare causando la morte di 184 bambini. “I piccoli martiri di Gorla” furono definiti e una corsa giovanile di ciclismo li ha ricordati per diversi anni.
Si giunge quindi nel famoso, per vari fatti, Piazzale Loreto dove il Giro ricorda la sua prima partenza il 13 maggio 1909, alle ore 2.53, inizio di una grande storia, non solo ciclistica. Si prosegue nel collaudato percorso che propone subito la grande arteria commerciale di Corso Buenos Aires e passare da Porta Venezia, l’antica Porta Orientale, seguita da Corso Venezia con il famoso Planetario e il Museo Civico di Storia Naturale. Fra palazzi signorili si raggiunge Piazza San Babila, con la basilica romanica omonima, poi Corso Matteotti, Piazza Filippo Meda, Via San Paolo, Piazza Liberty e il solenne Corso Vittorio Emanuele II^ che immette nel maestoso scenario di Piazza Duomo.
E’ qui che sarà celebrata quella che si suole definire “l’apoteosi” della corsa rosa dove i moderni sistemi di rilevamento dei tempi che hanno sostituito le oramai vetuste “lancette” del cronometro, decreteranno i verdetti finali per le differenti classifiche con la fredda eloquenza dei numeri.
E poi – è sperabile e augurabile – che ci sia la grande festa popolare, di presenza, non virtuale, senza restrizioni, da tutti auspicata per applaudire tutti i protagonisti del Giro 2021, da ricordare e consegnare ai ricordi e agli archivi con l’etichetta di “rinascita e ritorno” al suo essere di festoso momento di sport e di vita con la gente e fra la gente, soprattutto.