E’ una tappa lunga, senza comunque difficoltà altimetriche se non qualche “zampellotto” nel finale, questa 18a tappa che va dal Trentino-Alto Adige, alla Lombardia, da Rovereto a Stradella, in provincia di Pavia e che accomuna, nel segno della viticoltura, i due centri.
Rovereto è una città di circa 35.000 abitanti con specifica rilevanza produttiva, turistica e culturale, centro di riferimento della Vallagarina caratterizzata da estesi vigneti. Il suo nome sembra discendere dal latino “roboretum” – bosco di querce – albero il cui simbolo appare nello stemma comunale. E’ centro ricco di storia e di testimonianze monumentali di varie epoche. Il Castello ospita il Museo Storico Italiano della Guerra, soprattutto con riferimento al primo conflitto mondiale come il Palazzo del Municipio che ricorda i caduti della Legione Trentina. Sul colle di Miravalle, in posizione elevata, ben visibile, è collocata la Campana dei Caduti, chiamata “Maria Dolens”, realizzata nel 1924 con il bronzo dei cannoni donati dalle nazioni coinvolte nel conflitto. E’ alta più di m. 3, pesa 226 quintali e ogni sera, dopo il tramonto, cento rintocchi ricordano i caduti di tutte le guerre, monito e segno di fratellanza. Il Sacrario di Castel Dante, imponente costruzione cilindrica, raccoglie le spoglie di 12.000 caduti di varie nazioni coinvolte nella prima guerra mondiale.
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Fra le diverse istituzioni risalta, in primo piano, il MART – Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto – struttura dell’architetto ticinese Mario Botta, inaugurata nel 2002, che contiene oltre 15.000 opere con speciale riguardo a esponenti delle avanguardie del Novecento. Un posto di rilievo è quello della Biblioteca Civica Tartarotti, del teatro comunale Riccardo Zandonai e quello della chiesa arcipretale di San Marco, in stile barocco con apporti neoclassici.
Nativo di qui era Antonio Rosmini (1797-1855), sacerdote, filosofo e teologo, fondatore della congregazione dei Rosminiani mentre Fortunato Depero (Fondo 1892- Rovereto 1960), versatile e creativo artista – pittore, scultore, designer, illustratore, scenografo e costumista – che qui aveva la Casa d’Arte Futurista Depero, poi confluita nel Mart quale sede museale. E’ di Rovereto Cesare Benedetti (1987), professionista dal 2010, così come il giovane Mattia Bais (1996).
Sono stati quattro gli arrivi del Giro d’Italia qui: nel 1959 successo del belga Rik Van Looy, 1995 lo svizzero Pascal Richard, nel 2005 Alessandro Petacchi e nella cronometro partente da Trento, nel 2018, successo dell’australiano Rohan Dennis, e varie partenze.
L’itinerario prevede il passaggio sulla s.s. 12 del Brennero, direzione, sud, toccando Serravalle all’Adige, Ala, già interessata dal passaggio ieri, e Borghetto all’Adige, frazione di Avio, per passare subito in provincia di Verona.
Si presenta Peri, nel comune di Dolcè che segue subito, poi si lascia la s.s. 12 per raggiungere Domegliara, frazione di Sant’Ambrogio di Valpolicella, zona di marmi e noti vini, poi, dopo avere toccato marginalmente gli ambiti di altri comuni, giungere a Lazise, notevole centro sulla sponda orientale del lago di Garda di peculiare pregio paesaggistico, con fonte termale, noti parchi di divertimenti e pregiato olio. Il medievale Castello Scaligero, tra cinque torrioni, con mura e mastio, è una storica e imponente struttura in un centro con diversi motivi d’interesse fra i quali il porticciolo caratteristico, notevoli ville e chiese.
Si raggiunge Peschiera del Garda, comune con 11.000 abitanti, nel cui territorio sono localizzati due degli antichi insediamenti palafitticoli (Belvedere e lago del Frassino) inseriti dal 2001 nel patrimonio umanità UNESCO alla voce “antichi insediamenti sulle Alpi” così come, dal 2017, la Fortezza di Peschiera, nel quadro “opere di difesa veneziane”. E’ a Peschiera che il fiume Mincio, emissario, in un quadro paesaggistico dolce e assai suggestivo, esce dal Garda per proseguire il suo corso. L’abitato costitutivo, dentro le mura, riflette atmosfere veneziane e asburgiche. Il Santuario della Madonna del Frassino conserva varie opere. Peschiera era una delle sedi del Quadrilatero difensivo dell’impero austriaco con gli altri vertici a Mantova, Legnago e Verona. E’ frequentatissima meta turistica internazionale. E snodo di comunicazioni stradali importanti.
Vi è nato Fabio Testi (1941) noto attore ed Enrico Zardini (1989) corridore professionista dal 2013.
Segue il passaggio in Lombardia, con la brevissima escursione in provincia di Brescia toccando Pozzolengo, comune posto sulle colline moreniche con vigneti, la principale risorsa, i resti della Rocca medievale e la parrocchiale di S. Lorenzo. Era nato qui il noto fotografo Ugo Mulas (1928-Milano 1973).
Si passa subito in provincia di Mantova, nella zona dell’alto mantovano, per San Cassiano, frazione di Cavriana, Medole, con varie attività industriali e agricole, dove nella parrocchiale dell’Assunta, è conservata una pala del Tiziano, poi Castel Goffredo, con impianto urbanistico medievale con cinta muraria poligonale e Piazza Mazzini, di progetto rinascimentale, con caratteristici edifici e portici. E’ il polo europeo, conosciuto come “città della calza”, per la produzione di calzetteria femminile. Segue Casaloldo, paese di sviluppata agricoltura e attività industriali, quindi Asola, popoloso centro sul fiume Chiese, distinta da belle architetture religiose e civili d’influenza veneta con la grande, caratteristica e centrale Piazza XX Settembre con la chiesa di S. Andrea contenente notevoli opere e la fontana cinquecentesca. E’ qui nato Battista Danesi (1886-Milano 1952), stradista e pistard due volte tricolore nel mezzofondo e pure Cristian Moreni (1972), campione italiano strada professionisti nel 2004, vincitore di tappa alla Vuelta e al Giro dove, per due giorni, vestì la maglia rosa, più volte azzurro.
Avviene quindi il passaggio nella provincia di Cremona, per Isola Dovarese, sul fiume Oglio, a prevalente economia agricola e varie offerte gastronomiche, poi Cicognolo con interessante castello, interessando pure il territorio di Vescovato, località dell’azienda APIS, legata alla produzione di cappellini per ciclismo della famiglia Bregalanti, quindi la località di Ca’ di Mari, prima di entrare in Cremona, capoluogo di provincia con 72.000 abitanti, città ricca di storia e tradizioni. Il centro storico ha la sua preziosa rappresentazione nella medievale Piazza de Comune, fra le più belle d’Italia, con il Duomo, il Torrazzo – conosciuto simbolo cittadino -, la Loggia dei Militi, il Palazzo del Comune e il Battistero. Altri edifici storici arricchiscono la città con i classici e distintivi rivestimenti in mattone. Tradizionale centro commerciale, ha diversificato la propria economia con attività di varie industrie legate alla produzione della ricca campagna circostante dove spicca il settore alimentare – mostarde, salumi, latticini e il famoso torrone -. E’ una delle tre t che identificano popolarmente la città, con il Torrazzo, e un’altra, di genere femminile e intuibile, che fa rima fonetica con Turass, com’è definito in dialetto il Torrazzo. Di grande tradizione e prestigio mondiale è la vera e propria arte della liuteria iniziata nel 16^ secolo da Andrea Amati, continuata dalle famiglie Guarneri e Stradivari, da Giuseppe Guarneri del Gesù e Bergonzi poi culminata nella Scuola Internazionale di Liuteria fondata nel 1938.
Cremonesi di rilievo sono Claudio Monteverdi (1567-Venezia1843) musicista, don Primo Mazzolari (1890-1959), sacerdote, scrittore, anticipatore d’idee riprese nel Concilio Vaticano II, Ugo Tognazzi (1922-Roma 1990), popolare attore e regista, Mina Anna Maria Mazzini, in arte Mina, prestigiosa e iconica cantante-conduttrice, nata a Busto Arsizio da famiglia cremonese, i notissimi calciatori Aristide Guarneri (1938) e Antonio Cabrini (1957). Di notevoli tradizioni sono il canottaggio e la canoa, con vari campioni mondiali cresciuti nelle società lungo il Po, come la Canottieri Baldesio, Bissolati e Flora.
Il ciclismo ricorda Addo Kazianka (1931), famiglia d’origine polacca, vincitore di una tappa al Giro d’Italia e Maurizio Piovani (1959), valido professionista e poi d.s. di lungo corso nelle squadre di Giuseppe Saronni. E’ di rilievo il classico Circuito del Porto-Trofeo Arvedi del C.C. Cremonese 1891.
Il Giro d’Italia ha proposto qui quattro arrivi: 1935 con successo di Vasco Bergamaschi, nel 1963 primo fu Marino Vigna, 1986 Francesco Moser nella crono individuale e nel 2006, su medesimo percorso del 1986, la cronosquadre fu vinta dalla CSC.
E’ qui stabilito il primo traguardo volante della tappa. Poi si passa subito in Emilia-Romagna, superando il Po, raggiungendo Monticelli d’Ongina, con il castello Pallavicini Casale del XV secolo, detta “la Rocca”, che ospita il Museo del Po, nota anche per la produzione di aglio, poi Caorso, a prevalente attività agricola con foraggio e cipolle in particolare e pure importante polo logistico. Notevole è la Rocca Mandelli, ora sede comunale. E’ nativo di Caorso Attilio Adolfo Pavesi (1910-Buenos Aires 2011), campione olimpico nel 1932 a Los Angeles, sia nella cronometro individuale, sia in quella a squadre, poi trasferitosi in Argentina e qui sempre ricordato con l’intitolazione del velodromo della vicina Fiorenzuola, scuola della pista gestita da grandi appassionati. Anche Attilio Masarati (1911-Verbania 1971), professionista, era qui nato.
Passando per la sua frazione di Roncaglia, il Giro 2021 incontra di nuovo Piacenza, già sede di partenza della 4^ tappa, l’11 maggio, con le caratteristiche identificative lì riassunte. E continua la pianura per Rottofreno, con moderna agricoltura e realtà industriali varie, poi Castel San Giovanni, cittadina della bassa Val Tidone che accanto alla tradizionale agricoltura, ha sviluppato attività manifatturiere in diverse branche, con sedi logistiche di grandi multinazionali e specifica tradizione nel ciclismo. Di rilievo è la collegiata di SS. Giovanni Battista.
Si ritorna in Lombardia, provincia di Pavia, toccando il bivio per Zenevredo/Montù Beccaria con il profilo del tracciato che s’increspa nella zona con colline coltivate a vigneti dell’Oltrepò pavese, in valle Versa. Zenevredo è il luogo di nascita del conte Carlo Alberto Pisani Dossi (1849-Monte Olimpino 1910), scrittore, importante esponente della “scapigliatura” milanese, diplomatico e archeologo, Montù Beccaria, con la parrocchiale di San Michele, è zona di turismo enogastronomico con ricettività agrituristica. Si passa per Roncole, frazione di Montescano, comune con importante centro medico di cura e riabilitazione, e quindi il breve strappo che conduce Castàna, piccolo comune con un castello, GPM di 4^ cat. a quota m.328. Si passa per Scorzoletta, frazione di Pietra de’ Giorgi, Cigognola, allo sbocco in pianura della valle Scuropasso, con il castello in posizione elevata, e raggiungere quindi il secondo traguardo volante di Broni. E’ centro di riferimento della zona per i servizi e le attività, in prevalenza vitivinicole, del territorio con diversi edifici, religiosi e civili, di specifica importanza.
Sono nati qui Paolo Baffi (1911-Roma 1989), economista, banchiere e governatore della Banca d’Italia, Giuseppe Mangiarotti (1883-Bergamo 1970) della famiglia di schermidori con molte medaglie, Giorgio Soavi (1923-Milano 2002), scrittore, poeta e giornalista, Tiziano Sclavi (1953), scrittore e fumettista inventore del personaggio di Dylan Dog e Simone Verdi (1992), calciatore attualmente del Torino.
Nel 1991 vi fu la partenza della cronometro Broni-Casteggio vinta da Franco Chioccioli già capoclassifica e che, all’indomani, a Milano, festeggiò la sua vittoria nella corsa rosa.
Segue un altro breve strappetto per giungere a Canneto Pavese, paese in posizione elevata e frequentata meta del turismo enogastronomico. Poi c’è solo la discesa al traguardo di Stradella, bella cittadina con 11.000 abitanti, non lontana dal Po, alla fine della Val Versa, zona di noti vini dell’Oltrepò Pavese, con la Barbera, la Bonarda, Pinot nero e Pinot grigio in prima evidenza, che convive con diverse attività commerciali e manifatturiere.
Per molti decenni, dalla fine del 1800 alla metà degli anni 1950, Stradella fu uno dei centri principali della fisarmonica, grazie a Mariano Dallapè, trentino d’origine ma stradellino d’adozione. Un museo del popolare strumento è ospitato all’interno di Palazzo Garibaldi che custodisce anche il primo prototipo di Dallapè. Un’attività che è decaduta, così come a Castelfidardo, nelle Marche, un po’ per il mutamento dei gusti musicali e anche per le difficoltà di fare fronte a concorrenze straniere.
La parrocchiale dei Santi Naborre e Felice custodisce tre altari di marmo policromo, affreschi e un settecentesco organo. La basilica di San Marcello in Montalino, in stile romanico lombardo, conserva interessanti pilastri e affreschi. La Torre civica, con l’aggiunta del campanile, è nel centro cittadino.
Qui è terminata nel 1994 la tappa del Giro, con partenza da Sondrio, vinta da Maximilian Sciandri con il biondo Eugenio Berzin, russo d’origine, poi cittadino di Broni, in maglia rosa. Il suo direttore sportivo era Emanuele Bombini, nato in Puglia nel 1959 ma cresciuto a Stradella, ottimo professionista per undici anni e poi direttore sportivo.