Pur essendo in programma la domenica questa frazione, tutta nella regione Friuli-Venezia Giulia, con brevissimi sconfinamenti nella vicina Repubblica di Slovenia, non presenta profili segmentati propri della consuetudine che nei fine settimana concentra altimetrie tormentate, alla ricerca dello spettacolo (e dell’audience) tecnici e diffusionali.
Questa 15a tappa, da Grado a Gorizia, ha comunque in sé, nel suo disegno, propri e attraenti motivi d’interesse sportivo contemperato da quello spettacolare e, annotazione a margine, è la prima volta che la provincia di Gorizia ospita, in contemporanea, partenza e arrivo di tappa della corsa rosa.
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Grado, in provincia di Gorizia, è un importante centro turistico e termale, noto anche con la definizione “Isola del Sole”, con 8.000 abitanti, sorge fra la foce dell’Isonzo e la laguna omonima, comprendente trenta isole - tre abitate stabilmente - sul mare Adriatico. Nel 1936 Grado fu definitivamente e stabilmente collegata alla terraferma grazie alla costruzione di un ponte girevole.
E’ centro caratterizzato da lunga storia testimoniata pure da importanti edifici come la Basilica di S. Eufemia del V secolo e il vicino a battistero, quella di S. Maria delle Grazie con facciata in pietra e mattoni e il santuario d’origini antiche della Madonna di Barbana, sull’omonima isola. Il centro antico, sull’isola, fra mare e laguna, presenta strette calli e campielli con vivace vita.
Grado presenta grandi spiagge sabbiose che digradano dolcemente nel mare specialmente ricercate per le benefiche “sabbiature”. La laguna, che si è formata dopo il V°secolo, presenta ancora i caratteristici “casoni”, abitazioni spartane con tetto di paglia, utilizzate dai pescatori.
Altra peculiarità di Grado, conosciuta e valorizzata nei secoli, è quella delle Terme Marine che offrono la possibilità di molteplici trattamenti curativi e ristoratori per il benessere. Un valore aggiunto che amplia l’offerta turistica balneare, d’apprezzato e qualificato livello qualitativo internazionale. Assai apprezzata è pure la locale cucina, a base di pesce soprattutto.
Personaggio di Grado è il poeta e scrittore Biagio Marin (1891-1985) che ha valorizzato il dialetto di Grado in molte sue opere entrate a fare parte della letteratura italiana.
Il Giro d’Italia ha posto qui un traguardo di tappa nel 1954 con il successo del veneto Adolfo Grosso mentre, nel 2009, ci fu la partenza della 3^ tappa con arrivo a Valdobbiadene.
Dopo il via si passa subito in provincia di Udine, per la storica Aquileia d’origine romana che, ai tempi dell’impero, era la quarta città, capitale della X regione augustea e metropoli della chiesa cristiana. Conserva importantissimi reperti di grande valore monumentale nella zona archeologica e della Basilica Patriarcale – bene protetto Unesco dal 1998 – che conserva le sue forme originarie del secolo XI e, con vari motivi, come i ruderi del porto romano e altri siti, sono meta del turismo culturale. Si prosegue per Terzo d’Aquileia, zona di viticoltura e si raggiunge Cervignano del Friuli, il principale centro della bassa friulana orientale, con il Duomo, la chiesa madre di S. Michele Arcangelo e piacevoli ville patrizie con sviluppato terziario. E’ nato qui nel 1944 il filosofo e ricercatore universitario Paolo Flores d’Arcais.
Si ritorna in provincia di Gorizia, nell’esteso comune sparso di San Canzian d’Isonzo dove, nella sua frazione di Pieris c’è la sede municipale. E’ zona di valida tradizione agricola, ora affiancata da molteplici attività manifatturiere, con significativi edifici religiosi e civili. E’ il centro di riferimento della “Biasicaria”, zona nella parte sud della provincia, con l’origine del termine che è sempre soggetto all’interpretazione di varie scuole di pensiero, dove si parla (o parlava…) il dialetto bisìaco, una particolare dialetto con accentuate influenze venete.
Pieris si collega alla storia del Giro d’Italia per i fatti qui accaduti il 30 giugno 1946, anno della ripresa della corsa rosa dopo il secondo conflitto mondiale quando, nella 12^ tappa Rovigo-Trieste, dei manifestanti, attivisti favorevoli all’annessione di Trieste alla Jugoslavia, ostruì la strada e lanciarono sassi e chiodi contro i girini e la carovana. La corsa fu bloccata e un gruppetto di 17 corridori fu autorizzato a raggiungere il traguardo all’Ippodromo Montebello di Trieste e la volata - simbolica - vide il successo del triestino Giordano Cottur. Un episodio che fu interpretato – e pure romanzato – secondo convinzioni e considerazioni influenzate talvolta da convincimenti politici personali.
E’ qui nato, il 18 giugno 1946, proprio pochissimi giorni prima dei famosi fatti, Fabio Capello, notissimo personaggio a tutto tondo del calcio italiano e internazionale. La zona è stata sempre prolifico vivaio calcistico con molti nomi approdati alla ribalta nazionale.
Sempre in pianura segue San Pier d’Isonzo, poi Fogliano, sede del comune di Fogliano Redipuglia, sponda sinistra del fiume Isonzo, al limitare dei primi rilievi dell’altipiano carsico. Redipuglia è la zona del grande sacrario militare, a est dell’abitato, inaugurato nel 1938, che raccoglie le spoglie di oltre 100.000 soldati italiani caduti nella prima guerra mondiale. Ogni anno, il 4 novembre, si commemorano con commozione i 689.000 caduti. Il sacrario sorge in località Monte Sei Busi, luogo aspramente conteso nelle dodici e sanguinose battaglie dell’Isonzo, ed è formato da ventisei gradoni in pietra bianca del Carso. Il museo raccoglie toccanti cimeli e memorie. Si prosegue per Sagrado, con brevissima ascesa ai m. 261 in località Monte San Michele, luogo strategico e per questo teatro di durissime battaglie nel primo conflitto mondiale che il poeta-combattente Giuseppe Ungaretti ha ricordato in sue varie poesie.
Si scende a Peteano, altra frazione di Sagrado, luogo tristemente noto per l’omonimo attentato terroristico del 1972, negli “anni di piombo”, con matrice politica di estrema destra, che costò la vita a tre carabinieri per l’esplosione di un’autobomba, si supera anche l’altra località di Poggio Terza Armata per giungere quindi a Mariano del Friuli. E’ il primo traguardo volante in questo centro con notevoli edifici religiosi e civili, situato alla destra dell’Isonzo, attiva nel settore del legno e meccanico mentre i cereali, la frutta e l’’uva da vino prodotti dalla sua agricoltura.E’ qui nato nel 1942 Dino Zoff, grande portiere e allenatore, stimato da tutti.
Segue San Lorenzo Isontino con la seicentesca parrocchiale di San Lorenzo, è comune assai prossimo ai primi rilievi del Collio, zona di pregiatissimi vini, dove è nato Ivano Blason (1923-Gorizia 2002), possente difensore con tiro potente, abile in marcatura, considerato il primo interprete del ruolo di “libero” in Italia, 2 scudetti vinti con l’Inter allenata dal friulano Alfredo Foni e poi “colonna” del grande Padova allenato dal triestino Nereo Rocco. Anche altri due calciatori di buona carriera, Bruno Orzan (1927-Gorizia 2008) e il portiere Riccardo Toros (1930) sono nativi di qui. In costanza di paesaggio e caratteristiche si passa Mossa, comune con interessanti aree naturali e un piacevole abitato e quindi il dolce paesaggio di vigneti e ciliegi di San Floriano del Collio, prima di passare nel territorio della Repubblica di Slovenia.
Qui si percorre per due volte un circuito con brevi ma sensibili strappi quindi, con l’ultimo sconfinamento in Slovenia, dopo Nova Gorica, rientrare nei confini italiani con un ultimo, breve, “dente” in salita situato a km. 3 dal traguardo. Lo scenario è quello che accomuna il territorio collinare a cavallo fra Italia e Slovenia, il Collio, terra di vini e tradizioni, con disteso e piacevolissimo panorama. Il GPM di 4^ cat., a quota m. 239, nella località slovena di Gornje Cerovo, sarà affrontato per tre volte in questo finale, nella zona Brda (il nome del Collio sloveno), così come le località di Hum, Gonjace con la moderna torre-belvedere alta m. 23, Medana. Segue un breve rientro in Italia toccando Cormòns, centro di riferimento della zona, con lunga storia, che presenta il Duomo di Sant’Alberto, la chiesa di S. Leopoldo e altre, unitamente a interessanti motivi del settore civile. L’antico Castello di monte Quarin è una fortezza che sorge in posizione più elevata. La cittadina presenta diverse iniziative culturali legate al territorio. E’ orgogliosamente di Cormons il popolare giornalista TV Bruno Pizzul, ciclista urbano da sempre, non avendo mai – volutamente – conseguito la patente di guida. Si transita quindi nella località Castello di Spessa, eccellente zona vinicola e dove soggiornò anche Giacomo Casanova. Dopo un altro passaggio da San Floriano del Collio, inizia un altro giro del circuito già percorso e dopo il terzo passaggio al GPM di Gornij Cerovo, puntare su San Floriano del Collio e passare Oslavia, quartiere di Gorizia, con l’imponente sacrario del 1938, a forma cilindrica, con le spoglie di 57.741 soldati, di cui 36.000 ignoti, morti nelle battaglie di Gorizia, sulle circostanti colline fra il Podgora e il Sabotino, nella prima guerra mondiale.
Si passa per Gorizia una prima volta, quindi segue breve rientro in Slovenia, per Nova Gorica, città di circa 13.000 abitanti, secondo traguardo volante, la contro faccia slovena di Gorizia, città che saranno entrambe “capitale europea della cultura 2025", unitamente alla tedesca Chemnitz. E’ il centro principale della regione di Goriska, allo sbocco della valle dell’Isonzo nella pianura, che era il settore nord-orientale di Gorizia, da cui fu separata nel 1947 con la definizione del confine politico fra Italia e la Jugoslavia. E’un attivo centro commerciale e importante nodo stradale-ferroviario con varie industrie e edifici d’interesse. Qui è nato nel 1981 Matej Mugerli, professionista di lunga carriera, anticipatore della assai recente e impetuosa crescita del ciclismo sloveno. Dopo la località di Saver, si passa – definitivamente - in Italia per il valico di Casa Rossa, a meno di km. 1,500 dalla linea di traguardo.
Gorizia è il capoluogo dell’omonima provincia con circa 38.000 abitanti, gradevolissima città con prevalente struttura urbana del 1800, disposta in un’ampia conca, con l’abitato che sviluppa ai piedi di un isolato rilievo calcareo dove sorge un castello medievale. Passa qui il confine con la Slovenia, stabilito ufficialmente nel 1975 con il trattato di Osimo, rimasto invariato pure dopo l’indipendenza della Slovenia dalla Jugoslavia. Nel 2004, con l’ingresso della Slovenia nell’Unione Europea, sono decaduti tutti i vincoli e i limiti che, per più di 50 anni, avevano diviso Gorizia da Nova Gorica.
Il Duomo del 1884, ricostruito nel 1927 dopo i gravissimi danneggiamenti subiti nella Grande Guerra, la grandiosa chiesa di Sant’Ignazio che sposa, in riuscita armonia, il barocco austriaco con un impianto tipicamente italiano, con due alte torri campanarie che distinguono la facciata, la preziosa Biblioteca Civica, il palazzo Coronini Cronberg, sede dell’omonima fondazione, con opere di vari grandi maestri della pittura, sono gli elementi propri e distintivi della città.
Il settore economico di maggior rilievo è oggi quello terziario, con logistica, trasporti e commercio internazionale con l’Europa centrale e orientale, sviluppato accanto a varie attività manifatturiere ai tempi della zona franca industriale.
Sono qui nati Carlo Rubbia (1934), fisico e accademico, premio Nobel per la fisica nel 1984 e senatore a vita e diversi protagonisti dello sport, soprattutto pallacanestro e calcio, come Gianmarco Pozzecco e Tonino Zorzi per il basket e, per il calcio, Giorgio Puia e Edy Reja.Per il ciclismo si ricorda Giorgio Ursi (1942-1982) inseguitore, medaglia argento alle Olimpiadi di Tokyo 1964 e lo stradista Enrico Degano (1976), professionista per una decina d’anni.
Il Giro d’Italia ha proposto a Gorizia il traguardo di tappa nel 1939 con il successo di Giovanni Valetti, 1963 Vendramino “Mino” Bariviera, 1983 Moreno Argentin, 2001 lo spagnolo Pablo Lastras, oltre a diverse partenze di tappa e pure arrivi del Giro del Friuli in linea.