Le domeniche del Giro d’Italia – anzi i due giorni di fine settimana, così come per tutti i giri a tappe, di solito, soprattutto negli ultimi decenni – presentano tappe disegnate per offrire spettacolo, in omaggio anche alla ricerca dell’’audience della diffusione televisiva. E, per solito, è la salita il motivo di spettacolo ciclistico per eccellenza. E la salita certo non manca in questa 9^ tappa, relativamente breve con i suoi km. 158, che è tutta tracciata fra le montagne d’Abruzzo e, per intero, nella provincia dell’Aquila.
Il ritrovo e il via sono fissati a Castel di Sangro, attivo centro turistico con quasi 8.000 abitanti, al limitare di una valle molto ampia dell’Alto Sangro con antiche tradizioni nella lavorazione artigianale del ferro battuto, del legno e della lana. Era la medievale Castrum Caracinorum con vari reperti archeologici, lapidi, bronzi tra cui il famoso “toro sannita” che sono raccolti in un museo nel convento della Maddalena. Di specifico rilievo sono l’antica chiesa di Santa Maria Assunta, riattata in stile barocco, con due campanili, dopo un terremoto di fine 1600 e quella romanica di S. Leonardo del 1500, con gradinata a doppia rampa. L’antico Palazzo De Petra, detto del leone, ospita la pinacoteca Patiniana in ricordo del concittadino Teofilo Patini (1840-Napoli 1906), pittore e docente.
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Specifico di Castel di Sangro è il museo internazionale della “pesca a mosca” con varie manifestazioni in tema ed è “base” di turismo, estivo e invernale, anche per la sua prossimità a varie stazioni sciistiche comprese nella zona, con buona tradizione calcistica avendo militato anche in serie B alla fine del 1990, un palazzetto dello sport e il centro Federale Tennis.
La corsa punta su Alfedena, piccolo centro con strette e caratteristiche stradine, d’antica storia con testimonianze archeologiche di una vasta necropoli italica, presenta l’omonimo castello in posizione elevata e la chiesa dei S. Pietro e Paolo. E’ pure frequentata villeggiatura estiva. E’ noto anche come “il paese dei dottori” per l’attività dei numerosi selciatori del piccolo borgo che con il loro duro lavoro consentirono ai figli di studiare. Si sale dolcemente verso Colle della Croce, quota m. 1168, e poi scendere per il suo capoluogo comunale di Barrea, con l’omonimo lago artificiale formato dallo sbarramento del fiume Sangro. Si è nella zona del Parco Nazionale d’Abruzzo e si passa da Villetta Barrea con la chiesa dell’Assunta e l’altare maggiore disegnato dal Bernini, centro turistico con pineta di tipici pini neri e attività, boschive e agricole.
Da qui inizia la lunga salita – km. 14 - ai m. 1556 di Passo Godi, GPM di 2^ cat., media pendenza del 4%, che nel passato era via di transito della transumanza, ora stazione sciistica attrezzata in piacevole e tranquillo ambiente naturale e poi la discesa su Scanno. E’ centro di riferimento della zona, sul lago naturale che condivide con Villalago, con storia che inizia in età romana, poi i conti Celano e D’Aquino e altre famiglie. La chiesa di S. Maria di Loreto con bel portale romanico, la Chiesa Madre, la chiesetta di Madonna del Lago e varie altre sono gli edifici religiosi d’interesse in una struttura abitativa di specifico interesse.
L’agricoltura, l’allevamento, l’artigianato (merletti a tombolo, rame, ferro battuto e filigrana in oro e argento), oltre all’importante turismo estivo e invernale, sono le attività di Scanno che ha una buona frequentazione con tappe del Giro d’Italia. L’inizio è nel 1955 con vittoria di Gastone Nencini, 1969 Franco Bitossi, 1991 lo spagnolo Marino Lejarreta e nel 1933 il lettone Piotr Ugrumov.
Ancora discesa su Villalago, paese che sorge su uno sperone roccioso con la parrocchiale di S. Maria di Loreto, l’eremo di S. Domenico del XVI^ secolo, la Rocca con vista sulla Gola del Sagittario, riserva naturale lungo le strette gole percorse dall’omonimo fiume e con l’economia che alterna agricoltura, artigianato e turismo estivo. La discesa termina ad Anversa degli Abruzzi, piccolo centro incluso nell’elenco dei borghi più belli d’Italia, poi si prospetta, dopo il bivio di Cocullo, l’agevole salita per Fonte Ciarlotto a m. 1121, seguita dalla discesa verso Goriano Sicoli, tipico borgo medievale della zona Sirente-Monte Velino e Castel di Ieri, comune sulla Tiburtina-Valeria che sorge su un rilievo dove la Torre quadrangolare, a base piramidale, si eleva.
E’ qui che inizia l’ascesa ai m. 1107 di Forca Caruso, GPM di 3^ cat., sorta di spartiacque fra la Marsica e la valle Subequana o bassa valle dell’Aterno, in paesaggio naturale, antico passaggio. La discesa prospetta il passaggio da Collarmele, con l’esteso parco eolico sul monte Coppetella e diversi edifici d’interesse provenienti dal passato. Si scende verso Celano, 10.000 abitanti circa, secondo comune della Marsica, con articolata storia, in posizione relativamente elevata sulla sottostante piana del Fucino, dove esisteva fino alla metà del 1800 un esteso lago, prosciugato per volere del banchiere e nobile romano Alessandro Torlonia, utilizzando anche preesistenti opere d’ingegneria idraulica di epoca romana. E’ zona di fertilissima agricoltura per ortaggi e tuberi, patate e carote in special modo, d’allevamenti e pure, nella parte nuova, d’industrie. Il devastante terremoto della Marsica del 13 gennaio 1915 che, solo a Celano, causò 1.118 vittime e molteplici devastazioni del patrimonio architettonico. Con varie chiese e edifici civili è da porre in evidenza il Castello Piccolomini, al centro del nucleo storico, iniziato alla fine del 1300 che all’interno il Museo d’Arte Sacra della Marsica. In visione naturalistica si propongono pure le Gole di Aielli-Celano con alte pareti rocciose.
Dopo Celano, sede del primo traguardo volante, inizia la salita al GPM, 2^cat., di Ovindoli, quota m. 1350. E’ un piacevole comune, nell’altopiano delle Rocche, così come quelli vicini di Rocca di Mezzo e Rocca di Cambio. In origine era rifugio contro scorrerie barbariche, testimoniato anche dai resti di un castello e fortificazioni con una bella torre ancora oggi visibile e la parrocchiale con diverse opere d’interesse. E’ località di turismo montano – estivo e invernale – con lo sci alpino praticabile sulle pendici del monte della Magnola e il fondo sull’altopiano, Sviluppato è l’allevamento, soprattutto ovino e l’artigianato del legno.
Si prospettano poco più di una decina di chilometri quasi piani, nel suggestivo panorama dell’ampio altopiano, fino al bivio che conduce, passando dapprima per Rovere, frazione di Rocca di Mezzo, a Rocca di Cambio, comune sede del secondo traguardo volante, oltre a essere quello situato a più alta quota della regione e della catena degli Appennini, tradizionale luogo di villeggiatura estiva e invernale. La chiesa e collegiata di San Pietro, in cima al paese, quella dell’Annunziata e l’Abbazia di S. Lucia sono gli edifici religiosi distintivi così come la torre, ben conservata, superstite di un antico castello.
Rocca di Cambio è già stata sede di quattro arrivi di tappa del Giro d’Italia: 1965 vincitore è Luciano Galbo, 1966 il tedesco Rudi Altig, 1968 lo spagnolo Luis Pedro Santamarina e, infine, nel 2012, Paolo Tiralongo.
Non resta che l’ascesa finale all’inedito traguardo della stazione sciistica di Campo Felice, GPM 1^ cat. e arrivo, a quota m. 1.655, con gli ultimi m. 1.800 finali lungo una strada sterrata, addendo di rilievo per molti motivi.
La piana di Campo Imperatore è suddivisa in due parti, separate di massima dal tracciato della strada statale 696 che la attraversa. Le strutture turistiche di Campo Felice rientrano nel territorio del comune di Rocca di Cambio per un 30% circa mentre la restante parte è compresa nel comune di Lucoli.
E’ molto frequentata per la sua agevole accessibilità e per l’ottima qualità complessiva della sua offerta turistica nelle differenti stagioni, soprattutto per lo sci, nelle sue varie declinazioni.
La stazione, la più estesa dell’Italia meridionale dopo Roccaraso, dotata d’efficienti impianti di risalita con strutture adeguate d’accoglienza, fu concepita e realizzata, a iniziare dagli anni 1960, dal sindaco di allora, per tre mandati, di Rocca di Cambio, il cavaliere del Lavoro Aldo Jacovitti (Roma 1923-2016), fondatore con il padre Nicola – nativo di Rocca di Cambio - di un’azienda di primo piano nel settore dei prodotti petroliferi. E’ stato sempre, con continuità, legato ai luoghi, promuovendo e aiutando, in varie forme, la terra d’origine della sua famiglia e i suoi abitanti.
In diverse occasioni, insieme a Campo Imperatore, è stato luogo di villeggiatura attiva praticando lo sci, sua passione sportiva, di Papa Giovanni Paolo II.
Diverse manifestazioni di sci alpino e nordico hanno avuto qui svolgimento negli anni.
Titolo, sia di testa, sia di coda, di questa 9^ tappa potrebbe essere, a ragion veduta, “la pianura - questa sconosciuta…”.