Una caduta a 70 km dal traguardo, una estesa abrasione alla coscia sinistra, un rapido inseguimento e poi per Primoz Roglic tutto sembra sistemato. Ma a 25 chilometri dalla conclusione, ecco il patatrac.
«È caduto in una delle ultime curve della discesa e non è riuscito a rimettere posto la catena, quindi Primoz è rimasto un po 'intrappolato dietro, e davanti ovviamente hanno iniziato a tirare» ha detto dopo il traguardo Steven Krujiswijk. Ma l'impressione è che anche stavolta in casa Jumbo Visma qualche errore sia stato commesso: a 24 km dal traguardo c'è un'immagine televisiva inequivocabile (ben evidenziata dagli amici de La Flamme Rouge), con Roglic che tira in testa ad un gruppetto inseguendo un plotone più numeroso nel quale sono presenti tre suoi compagni di squadra. Bene, nessuno di questi è stato fermato, probabilmente ritenendo più semplice il rientro di Roglic, nonostante gli acciacchi dovuti alla doppia caduta.
Alla fine il gruppo davanti se ne va, quello dietro si sfalda e Roglic pian piano resta solo all'insegumento mentre la vittoria nella Parigi-Nizza gli sfugge dalle mani...
Ed è comunque lo stesso Roglic, poco dopo, a confermare i fatti: «Questa non è stata certo la corsa che immaginavamo: oggi ho commesso degli errori. Nella prima caduta la mia spalla sinistra si è lussata e poi sono caduto di nuovo - ha spiegato lo sloveno a Het Nieuwsblad -. Ho dato tutto, ma non c'era modo di rientrare nel primo gruppo. È un peccato, non pensavo davvero che la vittoria mi sfuggisse di mano. Ho dato tutto, ovviamente siamo delusi, ma il mondo non smetterà di girare. Dobbiamo ora guardare avanti, perché avrebbe potuto andare molto peggio. Per fortuna tra pochi giorni starò bene e potrò riprendere a lavorare in vista dei prossimi appuntamenti».