«Rispetto al 4 agosto scorso non sto tanto bene, rispetto al 6 agosto molto bene». Basterebbero queste parole per riassumere lo stato d'animo di Fabio Jakobsen, finalmente tornato in sella dopo la maledetta caduta al Tour de Pologne in cui ha rischiato di dire per sempre addio alla sua amata bicicletta e molto peggio.
Risentire la voce del 24enne olandese e scorgerlo mentre scherza davanti alla telecamera con i compagni della Deceuninck Quick Step durante la presentazione del team ci ha sinceramente emozionato. Il collegamento era virtuale, la pelle d'oca super reale. Le tante operazioni a cui si è sottoposto dall'estate scorsa ci hanno ridato il sorriso che ci aveva fatto affezionare a questo ragazzo simpatico, veloce come pochi e con quel nome italiano in onore di un nostro campione sfortunato, quel Fabio Casartelli che aveva colpito i suoi genitori che avevano seguito il Tour de France 1995, per lui fatale.
«A febbraio dovrò sottopormi ad una nuova operazione, in base a come andrà potremo avere le idee più chiare sul mio rientro alle corse. Potrebbero bastare un paio di mesi come molto di più nel caso di complicazioni. Devo aspettare, avere pazienza. Come ogni corridore dopo un infortunio spero di tornare il prima possibile, ma ora come ora è impossibile parlare di programmi e ambizioni sportive. Quel momento non è ancora arrivato» racconta Fabio.
I compagni lo guardano con affetto, lui li ricambia con parole al miele. «Faccio fatica a descrivere a parole quanto sono felice di essere di nuovo tra loro. Ho vissuto una delle più brutte esperienze della mia vita, la caduta, le settimane successive e le conseguenze con cui ancora devo convivere sono terribili, ma stare con loro mi fa stare bene. Questa è una famiglia, ci vogliamo davvero bene». Non è retorica. Il Wolfpack è affiatato, il branco non può fare a meno di un suo elemento.
«Sto pedalando, mi alleno con gli altri, anche se a volte devo prendere una scorciatoia per tornare in hotel prima o concedermi un giorno di pausa. In bici ho buone sensazioni, ma la strada per tornare a risentirmi un corridore professionista è ancora lunga. Ho una grande motivazione e il sostegno dal team, ho al mio fianco il velocista più vincente dello scorso Tour de France (Sam Bennett) e lo sprinter migliore di tutti i tempi (Mark Cavendish), saranno la mia ispirazione per diventare il corridore che ho in mente, quello che ho sempre sognato». Te lo auguriamo di cuore caro Fabio.
foto ©Deceuninck – Quick-Step Cycling Team / Wout Beel