E’ una tappa - la Castrovillari-Matera di 188 km - che nella sua conformazione dovrebbe rientrare nel terreno di caccia dei velocisti, anche se il tracciato è talvolta “increspato” da variazioni altimetriche, comunque non impossibili anche per i velocisti. E per la serie "imprese impossibili" celebriamo - prima di inoltrarci nel racconto - il capolavoro firmato ieri da Filippo Ganna a Camigliatello Silano: un numero davvero di alta scuola.
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Si parte da Castrovillari, la Castrum Villari dei romani, ossia “fortezza delle ville”, città contornata dalla catena del monte Pollino e sorge in zona collinare chiamata “Piana del Re”. E’ il centro più grande dell’omonimo Parco Nazionale e riferimento di una vasta zona circostante. E’ situata nella parte più settentrionale della provincia di Cosenza e presenta, sul piano urbanistico, una struttura ottocentesca nella parte più recente con ampie strade che s’incrociano a scacchiera. Questa parte è congiunta alla più antica dal Ponte della Catena. Il museo civico di Palazzo Gallo custodisce molteplici testimonianze archeologiche di varie epoche reperite in zona. La “Torre infame” del castello aragonese è un po’ il simbolo cittadino. Di rilievo è pure la pinacoteca Andrea Alfano intitolata al pittore e poeta omonimo (1879-Roma 1967), situata nel convento francescano, le chiese di San Giuliano e quella di S. Maria del Castello del 1700 che sorge, isolata, in posizione elevata.
L’economia cittadina pone in primo piano i prodotti agricoli e variate attività nel settore commerciale, produttivo e turistico.
Il primo incontro della città con la corsa rosa avvenne nel 1975, 6^ tappa proveniente da Bari e vittoria di Roger De Vlaeminck sul connazionale Rik Van Linden, l’indomani partenza per Padula della 1^ semitappa e, nel 1997 la 9^ frazione proveniente da Cava dei Tirreni fu appannaggio del russo Dimitry Konyshev davanti a Piccoli mentre nel 2017 è stata sede di partenza per la 7^ t. con traguardo ad Alberobello.
La gara percorre nell’avvio strade lungo la dorsale centrale calabra, nel territorio del Parco Nazionale del Pollino, trovando Morano Calabro, borgo inserito nell’elenco dei Borghi più belli d’Italia, con edifici di varie epoche arroccati attorno ai ruderi dell’antico castello. Nella sua frazione di Campotenese, dove c’è lo svincolo dell’autostrada A2, è terminata la tappa Palinuro-Campotenese del Giro d’Italia 1980 con il successo di G.B. Baronchelli.
Si sale leggermente verso la località di Madonna del Carmine e si passa in Basilicata, provincia di Potenza, superando il bivio di Mormanno e incontrando Rotonda, comune dove c’è la sede del Parco Nazionale del Pollino e con varie costruzioni d’interesse, con buona corrente turistica attratta dal Pollino e buona offerta di prodotti tipici locali. Segue Viggianello, con la chiesa madre di Santa Caterina d’Alessandria d’origine bizantina e altri motivi d’interesse vario, con riguardo all’aspetto religioso e a quello civile. con radicate tradizioni e proposte culinarie diversificate e fra queste, è rilievo, la produzione di formaggi. Anche questo comune rientra nei Borghi più belli d’Italia e nel suo territorio la Riserva del Cervo propone notevoli spunti naturalistici.
Dopo la Cantoniera della Croce Pantana e il ponte sul Fiume Peschiera si raggiunge San Severino Lucano, primo traguardo volante della tappa. Si superano il ponte sul fiume Peschiera e quindi lo svincolo per Francavilla in Sinni e quello di Senise per poi entrare nella provincia di Matera, passando sulla strada di fondovalle per gli svincoli di val Sarmento, per Tursi e giungere a Craco Peschiera, luogo del rifornimento. L’antico paese di Craco, dall’inizio del 1960, si è spopolato per un enorme movimento franoso e poi dal rischio sismico gli abitanti sono confluiti in località Craco Peschiera. Craco, “il paese fantasma” è stato scelto quale set per vari film fra i quali La passione di Cristo di Mel Gibson, Cristo si è fermato ad Eboli, La lupa e Basilicata coast to coast.
Si passa poi il bivio di Pisticci con la sua frazione di Marconia sede d’arrivo di un contestato finale della 7^ tappa Foggia-Pisticci quando il gruppo decise una sorta di sciopero in bianco pedalando ad andatura turistica rivendicando motivi di sicurezza. In prossimità dell’arrivo il patto di non belligeranza fu rotto e la volata – fra molte polemiche - vide prevalere il baffuto e poliedrico elvetico Urs Freuler su Giovanni Mantovani e Nazzareno Berto.
Sempre in pianura si procede per lo svincolo della Basentana, quello di Ferrandina e, interessare gli ambiti comunali di Pomarico e Miglionico, dopo lo svincolo per Matera, affrontare l’unico GPM – 3^ cat. a m. 404, di Galleria Millotta.
Si scende quindi verso il ponte sul Bradano e dopo avere passato gli svincoli di Matera Centro e Matera Nord giungere al traguardo di Matera, la “città dei Sassi”, rioni che l’hanno resa famosa nel mondo per essere una delle città ancora abitate più antiche del mondo. Matera con i suoi “Sassi” è stata il primo sito dell’Italia meridionale a ricevere il riconoscimento di “patrimonio dell’umanità Unesco” già nel 1993 mentre nel 2019 era stata designata, per l’anno, “capitale europea della cultura”. Di notevole e vario interesse è il circostante territorio del Parco Regionale della Murgia Materana.
Conta circa 60.000 abitanti e i “Sassi” sono la caratteristica identificativa, così come, in via subordinata, le cisterne e i sistemi di raccolta delle acque. Sono antichi aggregate di case scavate nella roccia (calcarenite), a ridosso di un profondo burrone con preti scoscese, la “Gravina”, scavata dalle acque nella roccia calcarea. Le origini di Matera sono molto remote, all’età paleolitica ed è depositaria di una lunga storia. E’ diventata capoluogo di provincia nel 1927. Nel secondo dopoguerra una legge nazionale determinò lo sgombero di circa 15.000 abitanti dei Sassi, molto degradati all’epoca, in nuovi quartieri residenziali realizzati sul ripiano. Dopo è stato svolto un lungo e laborioso lavoro di recupero dello straordinario ambiente dove la cinematografia – italiana e internazionale - ha realizzato molte opere. Il nucleo antico sorge sul ciglio e sui fianchi della gravina, divisa dalla “spina” (o sperone) detto della Civita, su cui sono disposti la Cattedrale e palazzi nobiliari, che separa il Sasso Barisano a nord e il Sasso Caveoso a sud.
Meritano una visita anche la centrale Piazza Vittorio Emanuele, il Duomo, con opere di valore, con la pittoresca via che lo raggiunge che, al termine, presenta un piazzale che consente una spettacolare vista sullo scoscendimento del Sasso Barisano, il Museo Nazionale Domenico Ridola, la strada panoramica dei Sassi, in un’atmosfera e ambientazione di peculiare suggestione, rilevabile in molti luoghi della città.
Vivace è la vita culturale, ricca di tradizioni mentre l’economia si sviluppa soprattutto nel settore dei cereali, il grano duro in special modo, con il notissimo pane, l’olio, il vino e altri prodotti tipici e attività artigianali.
Il Giro d’Italia ha proposto qui vari arrivi di tappa. L’inizio è nel 1976 con l’allungo vincente, in solitario, del belga Johan De Muynck, 1985 il portoghese Acacio Da Silva, 1998 e 2000 bis vittorioso di Mario Cipollini, 2003 Fabio Baldato e, infine, nel 2013 il tedesco John Dagenkolb.
E, come si può notare velocisti e finisseur abbondano in tale elenco.