Elia Viviani è sereno, tranquillo e felice di essere al Giro. Lo dice lui stesso rispondendo sorridente alle domande dei cronisti nella conferenza stampa pre-Giro: «Siamo qua per un riscatto: le cose fino ad ora non sono andate come speravo, non voglio nascondermi dietro un dito, non è nel mio carattere. Al Tour devo ammettere che qualcosa mi è mancato, arrivavo nei finali e c’ero solo fino ad un certo punto. Ora sono qua perché con la squadra abbiamo visto che la mia condizione è in crescita e credo di poter fare un grande Giro, il morale è alto».
Il veronese svela anche che il piano iniziale di Cofidis era di presentarsi alla Corsa Rosa con una equipe totalmente per lui. Naturalmente l’assenza di Sabatini (positivo al Covid-19, ndr) ha modificato un po’ i piani ed Elia lo dice chiaramente: «È stata una brutta notizia a cui si aggiunge la defezione di Vanbilsen che, negativo ai test, ha preso una influenza; questo ci ha portato a ragionare su un piano B: Consonni e Haas saranno i miei due uomini di fiducia per le volate assieme a Mathis».
L’ex campione europeo ribadisce più volte di avere una buona condizione e non nega di sognare un Giro come quello del 2018 e, pur rimanendo concentrato sulle gare riservate alle ruote veloci, non esclude di poter far bene frazioni più mosse: «È già successo altre volte nella mia carriera».
Sollecitato a dare un parere sui percorsi Viviani evidenzia che: «Negli ultimi anni le occasioni per gli uomini veloci sono sempre meno, credo che il velocista si stia trasformando in un atleta che per arrivare a fare lo sprint deve superare bene le salite. I velocisti puri come era Kittel, ad esempio, sono sempre meno. Faremo tanta fatica in salita e tanti gruppetti, per quanto mi riguarda Il Giro sarà la mia ultima gara dell’anno e vi assicurò che lotterò fino alla fine con l’obbiettivo di arrivare a Milano. Sarebbe un sogno se riuscissi a farlo in ciclamino».
In conclusione Viviani ha riservato un pensiero sul suo 2021: «Per ora sono concentrato sulle prossime tre settimane, per me questa è una ripartenza e quindi il Giro potrebbe essere la prima gara del "nuovo anno". Il 2021 sarà un anno importante, speriamo di avere delle certezze per ciò che riguarda il calendario e le Olimpiadi. Le classiche di inizio stagione saranno un obiettivo per me e poi dovremo scegliere quale sarà il grande giro a cui parteciperò per poi ragionare sulla preparazione specifica per la pista».
E su Ganna: «Filippo è diventato grande, è entrato nella storia con il Mondiale a cronometro. Ha raggiunto una maturità fisica e mentale, domani parte da super favorito e credo che possa essere la prima maglia rosa: sarebbe una altra grande perla nella sua carriera. E poi non dimentichiamoci che quando è in condizione non è da sottovalutare neanche sulle salite, potrebbe tenere la maglia anche qualche giorno».