La quarantena di Nicolas Roche non è andata poi così male: il balcone vista Montecarlo - dove Nicolas è residente da 8 anni - non è certo da buttar via. Allenamenti, gare virtuali, e ogni tanto, soprattutto nel week-end, un bicchiere di vino rosso durante gli aperitivi o le cene virtuali con gli amici di una vita.
«Per fortuna il lockdown è alle spalle e finalmente oggi raggiungo la mia squadra in Austria, più precisamente a Kuhtai, dove resterò fino al 28 luglio per lavorare in altura in vista della ripresa di stagione. Avrei dovuto partire ieri ma sto ancora aspettando l’esito del tampone (cui il Team Sunweb ha deciso di sottoporre - insieme al test sierologico - tutti gli atleti e lo staff di eseguire prima di farli arrivare in ritiro, ndr). Dall'Austria andrò direttamente con la squadra a Siena per le Strade Bianche, quindi il mio programma proseguià con il Delfinato, il Tour de France (il suo decimo ndr) e la Vuelta di Spagna; probabilmente correrò anche il mondiale di Aigle-Martigny, in Svizzera. Devo ammettere che a me questo nuovo calendario piace e, per quanto mi riguarda, è anche più leggero rispetto a quello delle passate stagioni, dove da maggio a novembre non avevo un momento libero per riuscire a tirare un po' il fiato. Immagino però che per le squadre non sia semplice gestire un calendario così compresso. Tornando a me, non vedo l’ora di tornare a correre, mi manca l’adrenalina delle corse. Mi manca solo un po’ di ritmo, spero di recuperarlo subito alle prime corse» ha raccontato Roche a tuttobiciweb.
In una famiglia di ciclisti - papà Stephan ha vinto nel 1987 Giro d’Italia, Tour de France e Mondiale, mentre il cugino Daniel Martin vantra tra le altre nel suo palmares la Liegi-Bastogne-Liegi 2013 ed il Giro di Lombardia 2014 - Nicholas ha un pensiero particolare per suo fratello Alexis, che corre nell’UC Monaco tra gli Under23: «Le categorie giovanili mi preoccupano, non dobbiamo dimenticare che sono la base del nostro sport. Vi militano ragazzi che negli anni hanno fatto molti sacrifici per cercare di passare tra i professionisti ed ora si trovano a dover lottare anche solo per riuscire a correre. Mi alleno spesso con mio fratello e capisco la sua sofferenza. È come se gli venissero tagliate le ali, è un sogno che si spezza, e credo che questo valga per la maggior parte dei giovani che hanno voglia di emergere. Spero vivamente che si possa trovare qualche soluzione anche aiutarli in un momento davvero critico per tutto il movimento. Altrimenti sarebbe un grande danno per tutti».
E ancora una riflessione per i corridori che quest’anno sono in scadenza di contratto: «Sono molto felice che l’Uci abbia stilato un calendario quasi completo anche se con qualche sovrapposizione, che credo fosse inevitabile. Riuscire ad inserire in soli tre mesi le corse di quasi un anno, è sicuramente un grande aiuto per i corridori che hanno bisogno di giocarsi al meglio le proprie carte cercando di meritarsi un contratto per la prossima stagione. Lo stesso discorso vale per le squadre che hanno bisogno di visibilità per cercare di assicurarsi gli sponsor per la prossima stagione. Ecco perché dico che la ripartenza farà bene a tutti noi, nessuno escluso».