Si dovrebbe cominciare dall’Italia, ma il condizionale è d’obbligo, perché di questi tempi l’unica cosa certa è l’incertezza. In calendario ci sono sabato 1 agosto le Strade Bianche, uomini e donne, e sabato 8 la Milano-Sanremo. L’idea sarebbe quella di avvicinare la Milano-Torino e il Gran Piemonte a questi due Monumenti del ciclismo, in modo da creare un’attenzione un bel filotto di corse di casa nostra.
Sulla carta il weekend del 23 agosto sarebbe riservato allo svolgimento dei campionati nazionali: tutti rinviati, meno quelli d’Italia e Spagna. Perfetto, leggendo quanto scrive oggi la Gazzetta dello Sport, in questo fine settimana (22 o 23 agosto appunto), si potrebbe piazzare il Giro di Lombardia, che da classica delle foglie morte potrebbe diventare la classica del solleone. Ma questa è solo una possibilità, una ipotesi che dovrà essere considerata dal Consiglio della Federciclismo e di Lega, che dovranno a questo punto coordinarsi per varare alla luce di quello Uci un calendario nazionale. Piazzarlo a fine agosto, sarebbe ottimo banco di prova anche per tutti quei corridori che ambiranno al Tour de France, che scatterebbe qualche giorno dopo.
E il Giro? Partenza sabato 3 ottobre, arrivo a Milano domenica 25. Ma da dove si partirà? Non certo dall’Ungheria: probabile il via dalla Sicilia, oppure dalla Puglia. Come scrive sempre la Gazzetta «il Giro manterrà lo schema tradizionale. In questo momento, parlare di ciclismo con città e prefetti è prematuro, ma la struttura di Rcs Sport si rimetterà in moto: verrà fatta anche una nuova presentazione del tracciato. Con lo svolgimento a ottobre, saranno poi ricalibrati gli orari delle tappe: possibile un anticipo minimo di mezzora, anche di più per i tapponi. Lo Stelvio a ottobre non preoccupa, vista l’evoluzione meteorologica degli ultimi anni».
La bozza di calendario c’è, ma tutto è ancora maledettamente fluido e non mancheranno certo spostamenti e aggiustamenti. Tra le questioni più calde, in vista dell’estate, c’è anche quello che Gazzetta chiama nodo-Mondiale in Svizzera: «l’Uci lo difende perché ha già dovuto rinunciare ai 26 milioni del Cio per lo spostamento dell’Olimpiade e perdere quegli 8 milioni di diritti tv dalla corsa iridata sarebbe un macigno – scrive -. Entro fine mese la Svizzera deciderà: ci sono alcune alternative e una porta fuori dall’Europa, in Oman, a fine stagione. A quel punto il Giro potrebbe anticiparsi di una settimana. E allora hanno ancora più senso le parole di Mauro Vegni, direttore del Giro: “Quella Roubaix sulla nostra corsa mi pesa tanto, proprio perché è la Roubaix”».