Parlare con Maurizio Bellin, European General Manager di FSA, significa trovarsi direttamente sul fronte della malattia e della crisi economica. L'ex professionista varesino, infatti, è in quarantena dopo aver sconfitto il coronavirus e segue con grande attenzione il mondo del ciclismo agonistico, mondo nel quale la sua azienda è protagonista sia come produttore e distrubutore che come partner di alcuni team di altissimo livello.
«È vero, ho avuto il coronavirus: per tre giorni la febbre è stata molto alta, poi si è abbassata ma per due settimane non mi ha lasciato. Ora, invece, va tutto bene e sono in quarantena. Quanto alla situazione del ciclismo, è sicuramente difficile per le aziende e perlomeno strana per gli atleti. Ma io credo che questi sia il momento migliore per riscoprire la bicicletta, sono convinto che molta gente, anche tra coloro che avevano parcheggiato da anni la bici in cantina, tornerà a pedalare: e questo è un dato positivo. Quanto al ciclismo agonistico, quello che è sempre stato considerato un problema - vale a dire il fatto di non avere rivcavi - può diventare oggi un vantaggio perché non bisogna affrontare una carenza tanto importante».
E ancora: «Un nuovo format per il ciclismo agonistico? In questo momento le priorità sono altre - parafrasando al realtà delle due ruote, stiamo ancora cadendo... - ma certamente è qualcosa su cui riflettere. Il mondo del ciclismo è da sempre estremamente tradizionalista, ma forse è davvero arrivato il momento di proporre qualcosa di diverso, di più spettacolare, seguendo quelel che sono le indicazioni dello show-business. Ci sono sport he hanno saputo andare oltre a tradizione per diventare più appetibili ed è quello che deve fare il ciclismo per raggiungere unpubblico sempre più ampio. Non dobbiamo ghettizzarci con le nostre abitudini».
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