Di frequente la sede di svolgimento delle attività associative non è un immobile di proprietà dell’ente oppure concesso in comodato gratuito, ma si tratta di un contratto di locazione che prevede il versamento di un canone con cadenza contrattualmente stabilita.
Tenuto conto dell’emergenza sanitaria in corso molte associazioni si trovano ora nella condizione di far fronte con difficoltà a questa spesa che costituisce una quota fissa da versare anche se il sodalizio non può svolgere alcuna attività per via delle disposizioni attuali
Se da un lato l’art 95 del DL 18/2020 “Cura Italia” ha previsto per il settore sportivo la sospensione del versamento dei canoni di locazione e concessione di impianti sportivi pubblici dello Stato oppure degli enti pubblici territoriali (ad esempio Comuni e Regioni) fino al 31 maggio 2020 non è stata introdotta alcuna previsione agevolativa per quanto concerne gli immobili in locazione da privati.
Anche la misura del credito di imposta per le locazioni è di improbabile attuazione poiché riguarda solo immobili in categoria catastale C/1 e per soggetti che svolgono attività d’impresa.
La normativa mette però a vostra disposizione un’altra possibilità, ossia la facoltà di chiedere al proprietario dell’immobile la riduzione del canone di locazione previsto nel contratto, potendo così far fronte a questa situazione di emergenza.
L’accordo di riduzione del canone è una scrittura privata che deve essere registrata in Agenzia delle Entrate entro trenta giorni dalla stipula e, trattandosi di una misura prevista per i periodi di crisi, prevede l’esenzione dall’imposta di bollo e di registro.
L’importo e la durata della riduzione del canone è lasciata alla libera volontà delle parti, ma attenzione: il locatore non è obbligato ad accettare la vostra richiesta di riduzione del canone, sarà quindi una sua facoltà non accettare o effettuare una controproposta.
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