Il commento arriva sui social, come tipico dei tempi moderni e ancor più inevitabile in tempo di quarantena. Ed è un commento unanime, quello di Vincenzo Nibali ed Elia Viviani, corridori simbolo del nostro ciclismo, che ai Giochi di Tokyo avrebbero dovuto essere i capitani dell'Italia su strada e su pista rispettivamente.
«Il CIO ha fatto la scelta giusta. Il mondo deve combattere l’emergenza, lo sport può aspettare. Tokyo 2020 era forse il più importante obiettivo della mia stagione, ma lo slittamento non cambierà le mie aspirazioni. Lavorerò duro per arrivare prontissimo al nuovo appuntamento» promette il siciliano della Trek Segafredo.
E il velocista della Cofidis, che sogna il bis dopo l'oro conquistato a Rio 2016 nell'omnium aggiunge: «Rimandare le Olimpiadi al 2021 è la decisione migliore per me. Oggi siamo tutti alle prese con un problema molto più grande e sebbene agosto sembri ancora molto lontano, la sicurezza di un evento così grande è stata molto difficile. Cari Giochi, ci vediamo nel 2021».
Anche il responsabile delle nazionali azzurre, Davide Cassani, condivide la posizione: «Rinviare i Giochi di un anno penso sia la decisione più saggia e intelligente. Alcuni atleti non possono uscire ad allenarsi, altri lo possono fare: non ci sarebbe stata uguaglianza. Abbiamo una data a cui pensare, abbiamo tutti un obiettivo e tutti saranno sullo stesso livello. Sono convinto che sia stata presa la decisione migliore».
Così il Presidente della Federazione Ciclistica Italiana, Renato Di Rocco: «Una decisione saggia e opportuna sul piano dell’equità tecnica degli atleti e per la sicurezza di tutti i partecipanti. Sarà necessario valutare fra UCI e CIO le modalità di qualifica degli atleti e se mantenere lo stato acquisito o confermarlo con i nuovi eventi. Questa scelta è un elemento di maggiore chiarezza che aiuterà anche, una volta terminata l’emergenza, a ridisegnare al meglio i calendari nazionali ed internazionali».