È dal 2014 che Edoardo Zardini non alza le braccia al cielo. È passato troppo tempo da quella tappa del Giro del Trentino che è riuscito a far sua, regalandosi il primo sigillo da professionista, e da quella del Tour of Britain che è arrivata poco dopo, al suo secondo anno nella massima categoria. A 30 anni lo scalatore veronese della Vini Zabù KTM vuole sbloccarsi e tornare a dimostrare il suo valore.
Come procede la preparazione?
«Ho staccato solo qualche giorno in cui sono andato a Londra con la mia fidanzata Serena, poi sono rimasto a casa a sbrigare un po’ di faccende che durante la stagione non si ha mai tempo di affrontare. Per esempio? Ho tolto le placche alla clavicola, che mi erano state applicate dopo la caduta al Giro 2018. Ho ripreso a pedalare il 12 novembre, il tempo è stato clemente e ho potuto seguire bene le tabelle di Michele Bartoli, a cui mi affido da 3 anni».
Hai cambiato qualcosa rispetto al passato?
«Ho lavorato bene in palestra, soprattutto svolgendo esercizi di core stability. Avendo già la muscolatura sviluppata non serve alzare troppi pesi. Una novità è che ho preso una mtb e continuo a utilizzarla quando non devo svolgere lavori specifici. Concedersi un po’ di fuoristrada è divertente e utile. Ti permette di svagarti, in strada bisogna essere sempre concentrati al massimo, e di migliorare nella guida».
Come trascorrerai le feste?
«A casa, in famiglia. Dal 4 al 18 gennaio poi andrò a Tenerife con alcuni compagni per allenarci al caldo in vista del debutto a Maiorca. A fine mese, prima di attaccare il numero alla schiena, volerò in Sicilia per la presentazione della squadra. Colgo l’occasione per ringraziare Angelo Citracca e Luca Scinto per avermi offerto altri due anni di contratto. Di questi tempi, so che ci sono diversi colleghi rimasti “al vento”: ricevere fiducia è importante e stimolante. Oltre che con queste parole, ho voglia di ripagarli con i fatti, il prima possibile».
Alla fine dell’anno sarai contento se…
«Se sarò tornato a vincere. La sensazione di alzare le braccia al cielo mi manca, non posso negarlo. Voglio essere d’aiuto alla squadra e sbloccarmi. Spero di cuore di poter essere al via del Giro d’Italia. L’ultima volta che l’ho disputato, l’ho lasciato veramente male, sia fisicamente che moralmente. Mi è rimasto il rammarico di non averlo potuto portare a termine, avevo una condizione super e sono convinto che sarei riuscito a tirare fuori qualcosa di buono. Guardarsi indietro però ora non serve a nulla quindi lavoro per farmi trovare pronto per le prossime occasioni che mi si presenteranno davanti».