La miglior difesa è l’attacco, recita un popolare detto. E la squadra spagnola Movistar, attuale erede di un gruppo di lavoro che ha alle spalle e nella storia una quarantina d’anni d’esperienza di vertice nel ciclismo internazionale, ha applicato al meglio la massima con una condotta in corsa che ha ribadito la sua, peraltro già più volte emersa in questo Giro 102, superiorità di squadra, soprattutto in salita. Il capofila in rosa della generale, l’ecuadoriano Richard Carapaz, sempre ben scortato, non ha mai mostrato minimi segni di cedimento, neppure ieri, in una tappa dura, ostica, combattuta, con varietà di situazioni (qualcuna pure assai deprecabile) e molteplici protagonisti, ben descritti da Giulia De Maio nella sua articolata cronaca con commento finale sul nostro sito. Secondo centro al traguardo del Monte Avena per il basco Pello Bilbao dell’Astana, altra squadra che si è ben comportata anche se sovente variamente sfortunata.
La cronometro finale di oggi di Verona, ultimo atto del Giro d’Italia 2019, è chiamata a definire le posizioni d’onore del podio, alle spalle di Carapaz, e l’ordine dei piazzamenti nei piani alti della classifica.
I + e i - della giornata di ieri, e riferiti anche un po’ al Giro nel suo complesso, sono già stati proposti nei “voti di Stagi”.
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E’ Verona la città che pone il sigillo al 102^ Giro d’Italia 2019. Un’esperienza già vissuta altre volte, con successo, dalla splendida città scaligera con conclusione nella monumentale, storica, Arena, il suo gioiello di maggior valore fra i tanti, di varie epoche, che Verona propone al mondo e che la rendono meta frequentatissima del turismo internazionale.
E, ancora nel solco della tradizione, è una prova contro il tempo, una volta di più, una cronometro individuale che anche in quest’edizione è l’atto conclusivo della massima corsa a tappe italiana che, come tradizione iniziata nel 1981 vuole, avrà quale pregevole, unico, scenario l’anfiteatro romano dell’Arena del 1^ secolo d.C., straordinariamente conservato, dove ogni anno, in estate, è organizzata una seguitissima stagione lirica.
E’ la seconda città del Veneto, dopo Venezia, per numero d’abitanti, lungo le rive dell’Adige con il suo corso caratterizzato da un doppio meandro, e la sua posizione che la rende, da sempre, un nodo strategico di comunicazioni in varie direzioni, soprattutto con la Germania. Nei suoi duemila anni di storia Verona ha saputo integrare e sviluppare motivi artistici di notevole e specifica qualità dei differenti periodi della sua importante storia, specialmente quelli secolari del governo della famiglia Della Scala (da qui discende anche il termine “scaligeri” spesso utilizzato per indicare i veronesi), quello della Repubblica Veneta e dei periodi successivi, per integrare la sua costante vitalità e le sue diversificate attività in tutti gli ambiti, una sua e caratteristica costante nel tempo. Tutti valori che hanno contribuito a fare conferire, nell’anno 2000, al centro storico della città l’attribuzione di patrimonio mondiale UNESCO per ricchezza di cultura, arte e per il pregevole esempio di città fortificata della sua caratteristica struttura urbana.
Il nome di Verona si lega indissolubilmente a quelli di Romeo e Giulietta, i due protagonisti di una celeberrima storia d’amore tragica scritta da William Shakespeare alla fine del 1500, una vicenda che ha assunto valore simbolico a livello mondiale dell’amore perfetto ma avversato dalla società. E’ una storia, quella fra i casati dei Montecchi (famiglia di Romeo) e dei Capuleti (quella di Giulietta) che è stata largamente e variamente rappresentata, in varie opere musicali e letterarie, in diverse epoche, in tutto il mondo, e richiama sempre l’attenzione e l’interesse di un grande corrente del turismo internazionale nei luoghi famosi che sono attribuiti ai protagonisti della vicenda.
Il cuore antico di Verona è Piazza delle Erbe, di forma rettangolare, che occupa il sito del foro romano, in un’ansa dell’Adige, contornata da vecchie case, torri e vari elementi architettonici di valore e sede di uno storico mercato quotidiano. La piazza Bra, la più estesa di Verona, fra la via Roma e la via egli Alpini, nei pressi dell’Arena, con il suo raffinato “liston” (un ampio marciapiede in marmo rosa) presenta eleganti palazzi come quello della Gran Guardia e il neoclassico Palazzo Barbieri, imponente edificio sede del comune.
Altri nomi significativi per Verona sono Porta Borsari con il suo caratteristico monumento, l’aristocratica Piazza dei Signori con il monumento a Dante Alighieri, vissuto a lungo qui, con il palazzo della Regione, il palazzo di Cansignorio, la chiesa romanica di S. Maria Antica, il Teatro Romano, sulla riva destra dell’Adige, adagiato sul Colle San Pietro con un prezioso reperto del 1^ secolo a.C., il Ponte di Pietra, l’unico rimasto dell’epoca romana, restaurato dopo i danni del secondo conflitto mondiale. Altri simboli sono Castelvecchio, oggi sede di un museo con sculture, pitture – italiane e straniere –, antiche armi e il Ponte Scaligero ricostruito con pietre e mattoni originali. La Basilica di San Zeno rappresenta un’eccellenza dello stile romanico con numerose opere d’arte e la pala di San Zeno, capolavoro del pittore Andrea Mantegna. Il celeberrimo balcone nella casa di Giulietta, in un palazzo medievale, la tradizione popolare lo colloca nell’edificio di via Cappello, a poca distanza da piazza delle Erbe. Verona propone comunque altri e vari edifici di rilievo architettonico-monumentale fra le sue cinque cinte murarie, di varie epoche, ancora visibii, diversi siti fortificati e molteplici caratteristiche ambientazioni, anche nel verde cittadino e dei dintorni, ben inserite nel suo panorama e piacevole stile di vita. Diverse sono, le attività culturali, di vario tipo, che sono basate in città e nel territorio.
L’economia è diversificata e sviluppata in vari comparti fra industria in molteplici settori fra i quali è da ricordare quella della stampa e altre moderne strutture produttive e logistiche, commercio, artigianato e diversificati, importanti servizi, con la grande corrente turistica che interagisce anche con il vicino lago di Garda. Nel territorio è assai diffusa una variata agricoltura e orticoltura. Di primo rilievo è la viticoltura in particolare con molti vini di pregio. A questo s’accompagna una gustosa offerta gastronomica con gli gnocchi, la “pearà” salsa cotta che accompagna i bolliti misti, la “renga” (aringa) che s’abbina alla polenta soprattutto nel periodo invernale e la tradizione d’inizio quaresima legata al quartiere di Parona.
Sono nati a Verona, fra molti altri personaggi famosi, anche nello sport, Valerio Catullo (84 a.C.-Roma 54 a.C.) poeta romano cantore dell’amore e al quale è intitolato l’aeroporto di Verona-Villafranca, Paolo Veronese pittore (all’anagrafe Paolo Callari 1528-Venezia 1588), Ippolito Pindemonte, letterato (1753-1828), il medico, filosofo, fondatore dell’antropologia criminale Cesare Lombroso (1835-Torino 1909) e lo scrittore di popolari romanzi Emilio Salgari (1862-Torino 1911). In ambito sportivo la città è presente nel calcio di vertice con la storica squadra dell’Hellas Verona (vincitrice dello scudetto 1984/85) e pure con il ChievoVerona (Chievo è una delle numerose frazioni, con circa cinquemila abitanti, di Verona, in riva all’Adige e nei pressi della diga di Borgo Milano)) che, dal 2001, anno della sua promozione in serie A, vi milita quasi ininterrottamente, con “puntate” anche in competizioni internazionali.
Il ciclismo e la bicicletta trovano Verona in notevole evidenza, sia nazionale, sia internazionale, per apporto di corridori – anche al femminile - di varie epoche e specialità che hanno distinto e valorizzato il ciclismo scaligero. Fra questi si possono ricordare le medaglie d’oro olimpiche di Sante Gaiardoni, Vanni Pettenella e Paola Pezzo accompagnate da molteplici maglie iridate e altre vittorie di prestigio conquistate da corridori di Verona e provincia.
La città ha ospitato due campionati del mondo di ciclismo su strada. Nel 1999 lo spagnolo Oscar Freire firmò qui, con un assolo nel finale, la prima vittoria di prestigio di una brillantissima carriera fra i professionisti mentre fra gli under 23 Leonardo Giordani anticipò di 9” Luca Paolini. Fra gli juniores iride per Damiano Cunego “enfant du pays” con lo svizzero Fabian Cancellara vincitore della cronometro. Replica iridata nel 2004 e ancora Oscar Freire che bissa il successo del 1999 battendo Erik Zabel e Luca Paolini, nella cronometro vittoria per Michael Rogers.
Il percorso della cronometro conclusiva del Giro d’Italia 2019 interessa il classico circuito della zona di Torricelle, compreso per intero nel comune di Verona, così chiamata per le quattro torri austriache d’avvistamento di forma cilindrica del 1837, già proposto dai due mondiali e anche dalla corsa rosa, nel parco delle Colombare, con notevole panorama sulla città e piacevile ambientazione fra il verde.
La partenza è dall’area di VeronaFiere, struttura espositiva con manifestazione anche del settore produttivo ciclistico, poi dopo Porta Nuova, da via Carolo, hanno inzio i km. 4,500 di ascesa al GPM di 4^ cat. di Torricelle, quota m. 277. Il dislivello è di m. 205 con pendenza media – costante - del 4,6% e punta massima al 9%. Inizia la discesa verso l’abitato passando per viale Marsala, attraversare l’Adige al Ponte della Vittoria e quindi l’arrivo in piazza, all’Arena, dopo avere percorso gli ultimi km. 15,600 della corsa rosa 2019.
Qui terminò il Giro d’Italia 1981 con la cronometro Soave-Verona, vinta da Knut Knudsen con Giovanni Battaglin, fresco vincitore della Velta di Spagna, in maglia rosa, primo veneto nella storia a vincere il Giro d’Italia. Anche nel 1984 è la medesima cronometro a mettere il sigillo finale della corsa con Francesco Moser, vincitore della tappa e del Giro a strappare la maglia rosa, in extremis, fra non poche e variegate polemiche, al parigino Laurent Fignon per concludere la serie nel 2010 con il successo di tappa dello svedese Gustav Larsson mentre il successo finale fu di Ivan Basso, in rosa in un’Arena, plaudente, tutta rosa.
La cronistoria dei vincitori di tappa a Verona inizia nel 1924 con il successo di Arturo Ferrario, 1925 Costante Girardengo, 1926 e 1927 Alfredo Binda, 1940 Gino Bartali, 1946 Oreste Conte, 1957 Rik Van Steembergen, 1956 Miguel Poblet, 1960 André Darrigade, 1964 Mino Bariviera, nella crono del 1967 Ole Ritter, 1973 Rik Van Linden, 1978 Ercole Gualazzini, nella cronometro del 1981 Knut Knudsen, in quella del 1984 e la successiva del 1985 Francesco Moser, 1997 Mirco Gualdi, e ancora cronomero nel 2007 vinta da Paolo Savoldelli e infine quella del 2010 con il successo di Gustav Larsson.
E’ un capitolo di prestigio quello della corsa rosa 2019 che entrerà nella lunga storia del grande romanzo a puntate del Giro d’Italia, un evento che si propone ogni anno, da oltre cento anni, con la sua narrazione di grande presa e popolarità, e non solo sportiva, ricca di storia e storie di tante persone e luoghi.
da Tv RoadBook
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