l secondo giorno di riposo del Giro d’Italia 2019, dopo la vivacissima tappa di domenica che si è finita a Como, non doveva passare in grande tranquillità per tutti i corridori rimasti in gara poiché la ripresa per l’ultima settimana di corsa era con una tappa – e che tappa in origine - tutta lombarda, da Lovere a Ponte di Legno che nel finale prevedeva due salite che rispondono ai nomi di Gavia e Mortirolo. E qui basta e avanza la parola. Ragioni di sicurezza e incolumità, com’è noto da qualche giorno, hanno determinato la direzione del Giro d’Italia ad annullare il passaggio dal Gavia, modificando la tappa così come di seguito descritto con il Mortirolo quale unico primattore. Non mutano partenza e arrivo, cambia decisamente il profilo altimetrico proposto in origine con i corridori rimasti in gara che – assai relativamente – hanno una prospettiva maggiormente tranquilla.
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Lovere, in provincia di Bergamo, è in piacevole posizione all’estremità settentrionale del lago d’Iseo, all’inizio della Valcamonica e sempre, nella storia, ha rappresentato un luogo importante di passaggio, comunicazioni e commerci, come testimoniano alcune case-torri e torri di fortificazioni militari. Notevoli sono state nel tempo le attività siderurgiche e meccaniche con un turismo sempre più sviluppato, favorito dal suo piacevole litorale e di motivi a contorno. La basilica di fine 1400 di Santa Maria in Valvendra e la chiesa di San Giorgio conservano opere di valore così come l’Accademia Tadini dell’omonimo Palazzo neoclassico, fondata nel 1829 con un gruppo di opere di Antonio Canova e dipinti di artisti di primo piano fra i quali il Parmigianino, Gian Battista Tiepolo, Vincenzo Civerchio, Paris Bordone e altri, unitamente a porcellane e arazzi fiamminghi di pregio. Rientra fra i “Borghi più belli d’Italia”.
Vincenza Gerosa (1784-1847) e Bartolomea Capitanio (1807-1833), entrambe religiose di Lovere, sono le fondatrici nel 1832 delle Suore di Carità, proclamate sante nel 1950. Giacomo Agostini (Brescia 1942), il pilota più titolato nella storia del motomondiale, è da sempre legato a Lovere per origini familiari, così come le sorelle Fanchini, Elena (1985), Nadia (1986), Sabrina (1988), sciatrici alpine ai livelli alti, talvolta molto sfortunate. Anche Marco Serpellini (1972), corridore professionista dal 1994 al 2006 e campione del mondo juniores su strada nel 1990 è nato a Lovere così come Enrico Ghezzi (1952), critico e autore televisivo, fra l’altro uno dei creatori di “Blob”, programma tv di perdurante successo.
Il tracciato inizia a salire per Cerete Basso, frazione di Cerete e raggiungere Clusone, importante centro in Val Seriana superiore, lungo un soleggiato altopiano, con pregevoli e tipiche strutture di edifici rappresentativi della sua storia fra i quali la basilica di S. Maria Assunta del 13° secolo con statue e intagli di Andrea Fantoni, esponente della nota famiglia di scultori intagliatori e architetti che ha operato dalla seconda metà del 1400 e la fine del 1700. Di fronte c’è l’oratorio dei Disciplini del secolo XV con i noti affreschi esterni Trionfo della Morte e Danza macabra e altri all’interno con statue lignee di scuola fantoniana. Vi sono altre chiese e edifici con caratteristici portici e loggiati, tra cui il Palazzo Comunale e la Torre dell’Orologio planetario con il meccanismo realizzato da Pietro Fanzago nel 1583, tuttora funzionante. Qui sono nati Antonio Percassi (1953), calciatore, imprenditore e presidente dell’Atalanta calcio che festeggia il suo fresco, prossimo, esordio in Champions, Attilio Rota (1945) buon corridore professionista e Paolo Savoldelli (1973), vincitore di due Giri d’Italia e commentatore televisivo, della vicina Rovetta. E’ stata per due volte (2008 e 2017) sede di partenze di tappe della corsa rosa, con la chiesa parrocchiale che ospita un dipinto di Gian Battista Tiepolo e la Casa Museo Fantoni che ricorda la dinastia d’artisti.
Si continua a salire con pendenza agevole per Castione della Presolana e la sua frazione di Bratto, belle località di villeggiatura in verde altopiano e giungere al Passo della Presolana a m. 1297 (non è valido come GPM) arrivo della penultima tappa del Giro 2004 vinta da Stefano Garzelli con Gilberto Simoni secondo. E’ frequentata stazione turistica, sia in inverno, sia in estate, con comodi impianti di risalita.
Segue la discesa in Val di Scalve, con tratti impegnativi, fino a Dezzo, frazione di Colere, per passare nella provincia di Brescia per Croce di Salven, passo (anche questo non dà punti per la maglia azzurra) che conduce sull’altopiano soleggiato di Borno, sopra la Valcamonica, località di villeggiatura che ha ospitato nel 1981 l’arrivo della Mantova-Borno del Giro d’Italia con vittoria del siciliano Benedetto Patellaro, dopo una lunga fuga solitaria.
Si scende su Malegno, comune legato a Borno per la nota corsa automobilistica in salita, e raggiungere quindi Breno, il centro di riferimento della media Val Camonica con il notevole castello medievale con cinta merlata e torri. Si raggiunge Capo di Ponte, il paese che conta il maggior numero d’incisioni rupestri camune, il primo sito italiano riconosciuto patrimonio dell’Umanità UNESCO già nel 1979. Loris Fortuna (1924-Roma1985), parlamentare presentatore della legge italiana sul divorzio con il collega Antonio Baslini, approvata nel 1970, era di Breno.
E’ da qui inizia la nuova salita inserita dopo l’annullamento del passaggio dal Gavia, intransitabile, salendo a Cevo, GPM di 3a categoria, a quota m. 1054. In parte quest’ascesa fu percorsa nel 1993 da una tappa del Brixia Tour per professionisti con arrivo poi a Saviore in Adamello, dove la strada finisce. Si scende a Forno Allione, frazione del comune di Berzo Demo, e quindi Edolo, il centro principale dell’alta Val Camonica. E’ frequentata località di villeggiatura, punto strategico di passaggio, per proseguire poi, girando a sinistra invece che a destra com’era previsto, per Santicolo, frazione di Corteno Golgi, comune che ricorda anche nel nome Camillo Golgi (1843-Pavia 1926), scienziato e medico, il primo italiano in assoluto a ricevere il premio Nobel nel 1906.
Si percorre la vecchia strada sempre in costante ma non impossibile salita, quella che passa per gli abitati, e trovarsi in provincia di Sondrio ad Aprica, ora GPM di 3a categoria, quota m. 1173, notissima e frequentatissima località di villeggiatura sia in versione estiva, sia invernale, disposta in aperta conca circondata dai monti. Aprica e il suo territorio presentano molteplici scenari per la pratica di sport di vario tipo.
La bicicletta, nelle varie declinazioni, occupa un posto di primo rilievo in tale quadro e il Giro d’Italia ricorda gli arrivi del 1962 con vittoria di Vittorio Adorni, Leonardo Sierra, venezuelano, nel 1990, anno in cui fu affrontato per la prima volta il Mortirolo dal versante “dolce” camuno di Monno, 1994 Marco Pantani, 1996 Ivan Gotti, lo spagnolo Roberto Heras nel 1999, Ivan Basso nel 2006, 2010 Michele Scarponi e nel 2015 lo spagnolo Mikel Landa. Sono sempre state oltremodo significative le tappe della corsa rosa all’Aprica.
Si prospetta la discesa su Stazzona, frazione di Villa di Tirano e quindi Tirano, importante centro di riferimento della Valtellina, in posizione strategica per i collegamenti con la vicina Svizzera e da qui parte la spettacolare Ferrovia Retica – inserita nella lista dei patrimoni Unesco nel 2008, che si sviluppa ad alta quota nel vicino Cantone Grigioni offrendo visioni spettacolari ad alta quota sia in estate, sia in inverno. Il rinascimentale santuario della Madonna della prima metà del 1500, unitamente a diverse altri edifici storici, sono il patrimonio architettonico della cittadina che ha ospitato a più riprese la corsa rosa con arrivi di tappa: nel1967 vittoria del toscano Marcello Mugnaini, nel 2008 Emanuele Sella, nel 2011 Diego Ulissi. Dopo Lovero si raggiunge a Mazzo in Valtellina, comune con caratteristici edifici che ha affiancato all’attività agricola e dell’allevamento, quella alimentare, soprattutto riferita alla bresaola, pregiata specialità, con varie altre, della valle.
E qui la musica torna a farsi vibrante, acuta, con la scalata al GPM del Passo del Mortirolo, salita oramai classica del Giro d’Italia dopo l’esordio nel 1990, dal versante bresciano di Monno, ma sempre temuta e dura specialmente dal versante valtellinese, adatta agli specialisti del ciclismo verticale che richiamano tappe sempre importanti e con vari versanti percorsi, salendo da Mazzo, che ricordano grandi protagonisti. E’ GPM di 1^ cat., a quota m. 1854, con km. 12,800 di salita per superare un dislivello di m. 1289 e pendenza media al 10,1%. E’ la “Montagna Pantani” del Giro 2019 e qui, nel 1994, il romagnolo fornì un’eloquente, grande, prova delle sue attitudini di scalatore giungendo poi solitario al traguardo dell’Aprica. Lungo questo versante della salita si ricordano vari e vibranti duelli fra gli specialisti del ciclismo verticale.
Si ritorna in provincia di Brescia dopo lo scollinamento del Mortirolo (detto anche Passo della Foppa) con la discesa verso San Giacomo, con caratteristica chiesetta, fra pascoli e boschi di conifere, e raggiungere il comune di Monno e la strada statale della Valle Camonica, salendo dolcemente verso Vezza d’Oglio e giungere infine a Ponte di Legno, traguardo finale di tappa. E’ una notissima e importante località turistica alpina, con l’abitato situato in un ampio e soleggiato fondovalle dove la confluenza di due torrenti, il Frigidolfo e il Narcanello, origina il fiume Oglio. La sua valenza turistica, sia in versione estiva, sia invernale, è autorevolmente certificata dal Touring Club Italiano già nel 1911 che cita Ponte di Legno quale “prima stazione italiana di turismo e sport invernali”.
Oggigiorno Ponte di Legno può contare su circa cento chilometri di piste di vario tipo, anche con innevamento artificiale se del caso, serviti da una trentina d’impianti di risalita per la pratica degli sport della neve, in tutte le declinazioni e versioni. E’ collegata con il vicino Passo del Tonale, che lo collega alla provincia di Trento, da una moderna cabinovia che conduce velocemente all’ampio comprensorio sciistico “Pontedilegno-Tonale”, favorito da un’ampia esposizione soleggiata, dove è possibile anche lo sci estivo lungo il ghiacciaio del Presena con spettacolare vista. L’estate rende possibili molteplici passeggiate ed escursioni, sia a piedi, sia in mountain bike, nel gruppo Adamello-Presanella, nel Parco Nazionale dello Stelvio e nel Parco dell’Adamello. Qui, nel 1971, è terminata la tappa Falcade-Ponte di Legno, nella penultima giornata del Giro, con la vittoria del veneto Lino Farisato con 13” sullo svedese Gosta Pettersson, già in maglia rosa e vincitore finale poi all’indomani, al Vigorelli di Milano, Felice Gimondi 3a a 3’39”. Fu un “en-plein” per Alfredo Martini, allora direttore sportivo della Ferretti, squadra alla quale appartenevano sia Farisato, sia Gosta Pettersson e i suoi fratelli.
Ponte di Legno è stata sede di partenza nel Giro 2013 ma la tappa fu annullata per neve, comunque riproposta l’anno seguente, nel 2014, sempre con l’arrivo a Val Martello.
Anche Ponte di Legno si collega al ricordo di Tarcisio Persegona, imprenditore e grande, munifico, appassionato, oltre che costante praticante, delle due ruote, scomparso nel novembre 2018 a 79 anni. Amava, riamato, Ponte di Legno, posto del cuore e base di partenza per le sue scalate, in solitaria o in folta e pregiata compagnia, al Gavia (per 550 volte) – salita preclusa al Giro d’Italia per ragioni di sicurezza e incolumità generali - e al Mortirolo, oltre 200 scalate.
da Tv Roadbook
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