E’ stata una tappa con il veleno nella coda la terza, tutta toscana, dalle colline di Vinci al mare di Orbetello con il “thrilling” finale del declassamento del tricolore Elia Viviani, il primo a superare la linea davanti a Gaviria, Demare, Ackerman, Moschetti, Nizzolo e altre ruote veloci.
Dopo il lungo assolo del giapponese Sho Hatsuyama, tutte le emozioni sono state concentrate nel finale, con consistente ventilazione, turbato da qualche caduta, come già descritto nell’esauriente e puntuale cronaca di Paolo Broggi.
Il punto focale è stato poi la volata di gruppo che è finita sotto la lente d’ingrandimento e il giudizio del collegio di giuria e del componente “support TV”, questa la definizione ufficiale in salsa ciclistica, dell’omologa VAR calcistica, che ha condotto al cambiamento del risultato dettato dalla strada proprio per la prima posizione. Comprensibilmente forte la delusione provata da Elia Viviani, supportata anche dalle dichiarazioni in argomento del collega, pure lui specialista su strada e pista, il colombiano Fernando Gaviria che ha ricevuto, senza esultanza, i fiori della vittoria di tappa e ha indossato la maglia di capoclassifica della graduatoria a punti generale che ha valutato corretto il comportamento del campione italiano.
Il comunicato di giuria, recita così “Corridore EL VIVIANI in base all’art. 2.12.007/5.1 – deviazione dalla propria linea durante lo svolgimento della volata finale – declassamento all’ultimo posto del suo gruppo, 500 CHF di ammenda, - 50 punti di penalizzazione nella classifica generale a punti, 30” di penalizzazione nella classifica generale a tempi individuali”
Viene in mente la definizione del grande Bruno Raschi che definiva gli ultimi chilometri prima della volata finale “il lungo preludio che precede la coltellata”. Altri tempi.
Per l’arrivo di Frascati un comunicato della direzione d’organizzazione informa che “facendo seguito a una variazione di percorso dell’ultima parte della 4^ tappa, si precisa che verrà applicata la regola dei 3 km. (UCI art. 2.6.027 menzionato nel Regolamento speciale di gara all’Art. 15)”.
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Il Giro 2019 riprende ancora da Orbetello e, scomodando i corsi e i ricorsi, propone una frazione con l’arrivo nel Lazio, a Frascati. E’ così ripetuta una tappa come nel 1998, era la 5a tappa, sempre da Orbetello a Frascati, vinta allo sprint, naturalmente, da Mario Cipollini davanti a Martinello e Smetanine. E quel giorno Michele Bartoli, grande specialista delle classiche di un giorno, vestì la sua unica maglia rosa della carriera.
Da Orbetello, subito dopo il via, il tracciato lascia il mare appena incontrato e punta nuovamente verso l’interno per Marsiliana, frazione di Manciano, importante centro della Maremma grossetana che ha nel suo territorio molteplici motivi d’interesse. Il nucleo abitativo originario del capoluogo sorge su un rilievo con costruzioni tipiche d’impronta medievale con una rocca senese del 1400 che contiene il museo archeologico con antichissimi reperti. Nell’ambito territoriale di Manciano si trovano vari altri luoghi noti come le Terme di Saturnia in una verde conca, Montemarano con le sue mura quattrocentesche e altro ancora.
Qui è nato nel 1967 Massimiliano Lelli, ottimo professionista del 1989 al 2004 e, assai prima, Angiolo Gabrielli (1894-Collesalvetti 1973), 3° al Giro d’Italia 1924, primo degli “indipendenti”.
E’ terra anche di fantini, espressione dei “butteri”, i cavalieri che curano le greggi della zona, figure tipiche della Maremma.
A Manciano è anche situato l’unico GPM di giornata, 4^ cat., a m. 389. Si prospetta poi, nel peculiare panorama, Pitigliano, arroccata su un grande sperone di tufo con le caratteristiche case medievali, del colore stesso della roccia, sui ciglioni, con notevoli strapiombi. Il Duomo barocco e il Palazzo Orsini, sulla piazza principale, sono i motivi di maggiore interesse, unitamente alle mura che racchiudono il borgo. Notevoli sono pure i siti archeologici della zona. Pitigliano è nota anche come “la piccola Gerusalemme” per la comunità ebraica, a lungo integrata nella popolazione e per la conosciuta produzione enologica, soprattutto il vino bianco.
Si cambia quindi la regione, entrando nel Lazio, provincia di Viterbo per Poggio Evangelista, località del comune di Latera, borgo medievale con il suo piccolo, omonimo, lago d’origine vulcanica, come molti nella zona e quindi Valentano, con la Rocca Farnese, proseguendo poi, in leggera discesa, verso Tuscania. E’ caratterizzata da imponenti mura che contornano il nucleo centrale e, nei dintorni, su un poggio erboso, le due chiese romaniche di S. Pietro e S. Maria Maggiore. Seguono, in continuità di paesaggio collinare contraddistinto da ampi valloni, fra ulivi e varie coltivazioni, Vetralla, altro abitato tipico, ai piedi dei monti Cimini, con tradizioni nella ceramica e nella terracotta, Capranica, sull’antica via Cassia e Sutri, cittadina su uno sperone di tufo con costruzioni medievali e rinascimentali con strette vie e testimonianze di muraglie romane. L’anfiteatro romano e la precedente necropoli etrusca sono altre testimonianze della sua storia.
Il tracciato passa in provincia di Roma, sfiorando la capitale nella zona nord- est e incontrando l’Autodromo di Vallelunga, nel comune di Campagnano Romano. L’impianto, inaugurato nel 1952, è stato realizzato seguendo il progetto del pilota e ingegnere Piero Taruffi (1906-1988) al quale l’autodromo è stato intitolato nel 2006. Si superano le località di Morlupo Stazione e Castelnuovo di Porto, con la rocca Colonna poi, in sequenza stretta, i due traguardi volanti di giornata. Il primo a Monterotondo, nella valle del Tevere, con palazzo Orsini Barberini e quello dell’Orologio mentre il secondo è collocato a Mentana, località di produzione del ricercato olio della Sabina e di varie attività. E’ nota per l’omonima battaglia del 1867, precisamente il 3 novembre, quando le truppe franco-pontificie prevalsero sui volontari di Giuseppe Garibaldi che cercavano di sottrarre al potere dello stato Pontificio.
Seguono poi, nello sviluppo della tappa, le località di Tor Lupara, nel comune di Fonte Nuova, poi Sant’Alessandro, Setteville, Lunghezza, Osteria dell’Osa, nel comune di Montecompatri, Finocchio, frazione di Roma, così come Tor Vergata, importante sede universitaria e quindi entrare nell’ambito comunale di Frascati, nella zona del moderno complesso della INFN/ENEA, laboratorio dell’ente pubblico all’avnguardia nella ricerca nel campo della fisica subnucleare, nucleare e astroparticellare.
Frascati, nei notissimi Castelli Romani, sui Colli Albani, sotto il monte Tuscolo, è una bella cittadina che si propone come un balcone su Roma. E’ caratterizzata da una lunga storia testimoniata da ritrovamenti archeologici dell’epoca romana e poi, attraverso i secoli, con altri molteplici motivi. La Cattedrale con la facciata dei primi del 1700, la Chiesa del Gesù, l’antica cattedrale di S. Maria in Vivario sono gli edifici religiosi di maggiore rilievo. Nel territorio cittadino, oltre il Palazzo Vescovile e la vecchia rocca, nel centro, si contano ben dodici ville, definite Ville Tuscolane, costruite dalla nobiltà papale e dell’aristocrazia romana dapprima come case di campagna e poi trasformate in palazzi signorili con l’apporto di noti architetti e artisti, a partire dal XVI secolo. Fra queste si possono ricordare Villa Aldobrandini, Villa Falconieri, Villa Torlonia, Villa Parisi, Villa Lancellotti e altre. Frascati è anche la sede d’importanti istituti e laboratori di ricerca e studi in vari comparti scientifici, anche a livello internazionale. Molte sono le manifestazioni tradizionali e gli eventi di vario tipo che interessano il territorio, diversi dei quali hanno luogo alle Scuderie Aldobrandini, luogo suggestivo che ospitano anche il Museo Tuscolano.
E’ zona di produzione del rinomato vino bianco Frascati DOCG e con un’ottima e variegata proposta gastronomica propria della saporita cucina laziale, romana in particolare.
Il calciatore Amedeo Amadei (1921-Grottaferrata 2013), soprannominato “il fornaretto” per la professione della famiglia, grande attaccante e l’attore Tino Buazzelli (1922-Roma 1980) sono nati a Frascati.
Il ciclismo ricorda che proprio qui si svolsero i campionati del mondo 1955. Per i professionisti la vittoria fu del forte ma poi sfortunato belga di Anversa Stan Ockers (1920-1956), scomparso prematuramente per una caduta sulla pista di casa, ad Anversa, 2^ il lussemburghese Schmitz a 1’3”, 3^ un altro belga, Germain Derijcke a 1’15”. Fra i dilettanti straordinaria tripletta azzurra con la vittoria del laziale di Montefiascone Sante Ranucci (1933) davanti a Lino Grassi e Dino Bruni.
Il Giro d’Italia ha proposto qui un arrivo nel 1955 con il successo dello spagnolo Bernardo Ruiz, l’anno successivo la prevista tappa fu soppressa per intervenuta concomitanza con le elezioni mentre la “tappa riparatoria” del 1957 salutò il vittorioso sprint di un altro spagnolo, Miguel Poblet. Sono sempre i velocisti alla ribalta nel 1998 con la vittoria di Mario Cipollini e nel 2007 con l’affermazione del tedesco Robert Forster davanti a Hushvod e Petacchi. La Tirreno-Adriatico e il Giro del Lazio hanno interessato la zona in molteplici occasioni. Buona è anche la tradizione cittadina nel rugby.
Dal punto di vista ciclistico, il veleno di una tappa lunghissima è nella coda: il finale è mosso e gli ultimi chilometri guardano all'insù.
da TV Roadbook
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