Nuova fatica, come si usa dire, per Claudio Gregori, giornalista e scrittore di riconosciuto valore e assidua, documentata, intelligentemente curiosa e poliedrica conoscenza dello sport, per molteplici discipline, sempre attento e interessato all’essenza delle stesse mai comunque disgiunte dai molteplici risvolti d’ogni tipo che la sua propensione e passione d’accanito ricercatore gli prospettano, e che sa cogliere, in profusione, con la sua peculiare sensibilità.
Nella sua trentennale esperienza a La Gazzetta dello Sport ha seguito e raccontato, con il suo caratteristico stile di scrittura, dodici Olimpiadi, molteplici Mondiali di varie discipline, ventotto Giri d’Italia, con tre Tour de France e un numero indefinito di classiche. In affiancamento, di pari passo, ha scritto numerosi libri con soggetto molteplici personaggi e aspetti dello sport, collaborando pure con l’Enciclopedia Treccani.
Nativo di Trento, anno 1945, fisico dinoccolato, sempre atletico – lo è tuttora -, è laureato in matematica, fatto che si riverbera sempre con evidenza nella sua puntigliosa ricerca dell’esattezza del controllo delle fonti e dei collegamenti delle vaste e documentate ricerche che caratterizzano il suo stile, ha iniziato da giovanissimo la carriera giornalistica a Roma prima d’approdare alla rosea.
Il ciclismo “nel cuor gli sta” e l’ampia produzione in materia fra cui spiccano le biografie di Eddy Merckx, Ottavio Bottecchia, Toni Bevilacqua, Luigi Ganna, Giovanni Cuniolo e, in “tandem” con il sodale di lungo corso e costante amicizia, Marco Pastonesi, con il quale ha condiviso per molti anni l’autovettura alla corsa rosa, definita la “macchina dei poeti”, con alla guida il pavese Gigi Belcredi, la storia del glorioso marchio Legnano. A “greg”, facile intuire che è la sigla e l’abbreviazione di Claudio Gregori, sono da ascrivere pure le biografie di due assi dello sport quali Livio Berruti e Omar Sivori.
Abbiamo indicato all’inizio la nuova fatica – in realtà per Gregori scrivere e ricercare non è una fatica ma, al massimo, una gioiosa fatica – che è un corposo libro con il titolo “il romanzo di BASLOT – vita e imprese di Giovanni Rossignoli” e, in puro “stile Gregori”, sono ben 492 pagine che narrano, spiegano, inquadrano la vita e le imprese di un pioniere delle due ruote – e non solo essendo stato pure valente canottiere – di Giovanni Rossignoli (1882-1954). Era di Pavia, orgogliosamente del quartiere di Borgo Ticino per la precisione, sulla sponda destra del fiume e lo rivendicava sempre fieramente. Era soprannominato Baslòt, e ha gareggiato dal 1903 al 1927, partecipando a tredici Giri d’Italia e alle massacranti gare del calendario dell’epoca. “Baslòt”, il soprannome, è in diretta conseguenza del mestiere d’oste del padre, e indica in varie parti della Lombardia, un recipiente piuttosto capace, di legno o terracotta, tipo scodella o ciotola. Nella fattispecie era usato in osteria per versare il buon vino barbera dell’Oltrepò.
Per gli aspetti agonistici della carriera l’autore rende evidente il fatto che Rossignoli, se all’epoca fosse stata in vigore la classifica generale a tempi e non quella a punti, sarebbe stato il vincitore del primo Giro d’Italia del 1909 con 23’34” di vantaggio su Galetti e 36’54” su Ganna, il primo vincitore della corsa rosa e così pure nel 1911 quando perse il Giro per 8 punti e con qualche inghippo interpretativo regolamentare. Fosse stata in vigore la graduatoria a tempi sarebbe stato anche in quell’anno Rossignoli il vincitore e ancora Galetti – vincitore della generale a punti - secondo, a 34’ netti e terzo il Diavolo Rosso, l’astigiano Giovanni Gerbi, con l’abissale distacco di 3h.13’00”. Gli annuari riportano il podio finale del 1911 con 1^ Carlo Galetti punti 50, 2^ Giovanni Rossignoli p. 58, 3^ Giovanni Gerbi p. 84. Poi, dal 1914, la classifica generale fu sempre in base ai tempi. Il tempo migliore di Rossignoli corridore era però passato pure lui intanto.
Claudio Gregori è oramai da molto tempo pavese d’adozione per matrimonio con la gentile signora Mariella. Abitano in un tranquillo paese della prima cintura di Pavia e Gregori fa trasparire assai chiaramente uno speciale, amorevole interesse, per la nobile città inquadrando e argomentando la storia sportiva e umana di Baslòt Rossignoli, in un ampio e variegato quadro che comprende storia, luoghi, tradizioni, usi, costumi e personaggi della Pavia a cavallo fra il 1800 e il 1900. Ci sono nel libro diversi argomenti che potrebbero essere motivi di futuro interesse e dibattito.
Il libro è edito, nella collana Storie di Sport, da Bolis Edizioni (www.bolisedizioni.it).
P.S. Giusto per rendere evidente ancor più l’operosa attività di Claudio Gregori è da segnalare che sabato 11 maggio, giorno della prima tappa del Giro d’Italia a Bologna, sarà presentato alle ore 16, in una tavola rotonda, a Masio, comune in provincia di Alessandria sulle colline del Monferrato, lungo il Tanaro, presso la Casa del Popolo delle Roncaglie – Strada Malvicino 24 – Abazia di Masio - il libro “ELISO RIVERA - il romanzo della vita del fondatore e direttore della Gazzetta dello Sport”. Facile indovinare l’autore: Claudio Gregori. “Affaire à suivre”, direbbero i francesi. E lo seguiremo.