Non poteva iniziare meglio l'avventura di Alessandro Fedeli tra i professionisti. Al debutto alla prima corsa dell'anno in maglia Delko Marseille ha infatti subito vinto. È successo al Giro di Ruanda, dove il 23enne di Negrar (VR) ha fatto sua la tappa d'apertura. «È stato bellissimo, l'inizio ideale. Al di là della vittoria l'esperienza in Africa è stata fantastica. La corsa è stupenda, organizzata benissimo, con zero trasferimenti e tantissimo pubblico a bordo strada. Le tappe sono corte ma dure, abbiamo superato i 18.000 metri di dislivello in 8 giorni».
Ora il gioco si fa duro, la prossima corsa in calendario per questo testardo scalatore sarà la Parigi-Nizza. «Ho già corso con i professionisti, l'anno passato con la Trevigiani ho accumulato molta esperienza (con la storica formazione di Treviso tra l'altro aveva vinto Gran Premio Liberazione, Trofeo Edil C e una tappa al Giro della Valle d’Aosta, ndr), l'impatto con la massima categoria quindi è stato graduale, ora però si inizia davvero a fare sul serio, in Francia troverò alcuni tra i migliori corridori al mondo. Correre da leader mi ha dato responsabilità in più, ma con i miei compagni ce la siamo cavata bene. La squadra mi dà molta fiducia, anzi pretende che io faccia la mia corsa. Ogni qual volta avrò delle occasioni dovrò sfruttarle al meglio».
Da neopro' avere carta bianca dal team non è da tutti. Sono i vantaggi di passare in una Professional. «Visto come è andato il debutto le ambizioni che mi ero posto sono aumentate, ma sarebbe stupido puntare a grandi numeri alla prima stagione con i big. Nelle corse minori voglio essere protagonista, in quelle maggiori beccare un piazzamento ogni tanto sarebbe già incoraggiante».
Diplomato in lingue straniere, amante della natura, con una passione smisurata per le piante, è un autodidatta che segue solo il suo istinto. «Quando ho tagliato il traguardo a braccia alzate il primo pensiero l'ho dedicato me. Affronto tanti sacrifici da anni, non sono seguito da procuratori o da nessun'altra figura di questo tipo, per gli allenamenti e l'alimentazione mi arrangio da solo, quando raccolgo un risultato perciò è ancora più bello perchè significa che da "ignorante" sono riuscito a fare qualcosa di buono. Un grazie però lo devo ai miei genitori Laura e Luigi che mi hanno sempre sostenuto, senza mai farmi mancare nulla o intromettersi».
A parte una primissima volta, quando papà per farlo partecipare a una corsa attorno all'Arena di Verona ha falsificato le carte d'iscrizione dichiarando che avesse 5 anni e non 4. Vinse.