Ieri a festeggiare il 29° compleanno di Peter Sagan in Argentina c’era anche Matúš Štoček. Vi chiederete, chi è? Non è semplicemente un amico del tre volte campione del mondo, ma un giovane ciclista slovacco che il numero 1 della Bora Hangrohe ha preso sotto la sua ala. Matúš ha 19 anni e viene da Zilina, proprio come Peter. Da junior per due anni ha militato nella Sagan Academy, dalla passata stagione corre per la Beltrami TSA Hopplà Petroli Firenze. Alla prima corsa del suo secondo anno tra gli Under 23, oggi per la prima volta si trova in gruppo con grandi nomi del ciclismo, tra cui il suo idolo e punto di riferimento.
«Per me sarà una bella esperienza correre con Peter, l’altro professionista slovacco Erik Baška e altri campioni come Gaviria e Cavendish. In questa corsa potrò confrontarmi con i migliori corridori al mondo. Come mi comporterò con Peter? Lo saluterò, niente di più, sia per me che per lui questa è una corsa importante, non voglio disturbarlo. Solo al Tour of Slovakia ho avuto modo di correre con i professionisti, spero il mio corpo reagirà bene al caldo e di riuscire a imparare il più possibile. Se le gambe gireranno come spero, vorrei disputare una buona crono, fare bene nelle due tappe che nel finale presentano uno strappo e mettermi in mostra andando in fuga. Nella tappa regina ci aspettano 25 km in salita, per me credo siano un po’ troppi» racconta in uno stentato italiano alla partenza della prima tappa della Vuelta a San Juan, vincendo la timidezza e l’emozione del debutto tra i grandi.
«In Italia mi trovo bene, vivo a Reggio Emilia e il clima è ideale per andare in bici. Di recente sono tornato a casa mia due settimane e il termometro non ha mai superato i -15°. Ho potuto allenarmi solo con lo sci di fondo e da discesa. In squadra mi sono subito sentito a mio agio, è il posto giusto per me per crescere, infatti anche l’anno prossimo resterò qui, come suggeritomi da Peter. In Slovacchia il ciclismo sta crescendo moltissimo. Quando Peter ha vinto il primo mondiale il paese, che prima si interessava solo di calcio, è letteralmente impazzito. Al mondiale di Bergen è lui ad avermi trovato un posto in una squadra italiana. Gli sono riconoscente. Per il mio futuro spero di ottenere buoni risultati e di poter avere una buona carriera nel ciclismo. Diventare come Peter? Non diciamo pazzie. Sono solo agli inizi, questa è la mia prima gara tra i grandi. Di strada ne ho ancora moltissima da percorrere».
Matúš è campione nazionale slovacco Under 23 sia su strada che a cronometro. Orlando Maini che lo dirige in ammiraglia ce lo descrive come un un buon passista, che tiene sugli strappi e si difende sulle salite brevi. Forse, un nuovo piccolo Sagan.
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