“Fido” è il soprannome che ha distinto – e continua tuttora – la carriera ciclistica, e non solo, del bergamasco Giovanni Fidanza, ottimo passista dotato anche di notevole potenza in volata, nato nel 1965, professionista dal 1989 al 1997. Ha nel suo palmarés la conquista della maglia ciclamino nel Giro d’Italia 1989 e una vittoria di tappa a quello del 1990, nella 1^ frazione dopo il prologo, la Bari-Sala Consilina, nell’edizione vinta da Gianni Bugno, sempre in rosa dall’inizio alla fine, del quale era compagno di squadra nella Château-d-Ax diretta da Gianluigi Stanga. Nel lungo sprint si mise alle spalle corridori del calibro di Laurent Fignon e Charly Mottet. Anche al Tour de France, l’anno prima, si era aggiudicato la 20^ frazione, da Aix-les-Bains a L’Isle-d’Abeau ambita tappa conclusiva in linea, davanti a Jelle Nijdam e Sean Kelly. Altri successi hanno costellato la sua lunga carriera, soprattutto nelle corse a tappe, pur essendo un uomo dedito al lavoro di squadra nella Chateau-d’Ax, Gatorade, Team Polti, Carrera Jeans e Saeco.
Dal 1998 è direttore sportivo in formazioni come Team Polti, Alexia Alluminio, Index (a fianco di Paolo Savoldelli – con il quale è assai legato - nella vittoria del Giro 2002), Telekom, T-Mobile, Astana, LPR, De Rosa.
Quasi esaurita la premessa necessaria per inquadrare il sempre sorridente “Fido”, la ribalta non è per lui ma passa alle sue donne, al plurale. E sempre sotto il segno della bicicletta poiché l’attività ciclistica è una costante continua in casa Fidanza, sia in quella d’origine, sia in quella della moglie Nadia Baldi, pure lei con ottimi trascorsi agonistici in bici, ex azzurra, ovviamente – vien da dire – nata in una famiglia, naturalmente, appassionata delle due ruote. Giusto per inquadrare la situazione nella specifica evidenza rimane da riferire che Giovanni Fidanza è l’unico maschio di una schiera di cinque sorelle. E’ alla pari in questa classifica con il milanese Alfredo Bonariva, buon professionista e poi precursore del ciclismo al femminile già negli anni 1960, ma sopravanzato da Dino Zandegù e dalle sue sette sorelle.
La bicicletta è per tutti loro una tradizione, un’abitudine, piacevole abitudine, uno stile di vita che è continuato, nella passione che si è allargata, con il crescere, alle figlie di Giovanni e Nadia, approdate, per scelta volontaria, consapevole, a ottimi livelli agonistici.
Si tratta, in stretto ordine cronologico, di Arianna, 1995, Martina 1999, ed Eleonora 2003. Eleonora, dopo le sue esperienze nelle categorie giovanili in bici, ha lasciato l’agonismo ma non la bicicletta e continua a pedalare, con piacere, soprattutto affiancando il papà nelle sue uscite.
Casa Fidanza è comunque costellata di maglie d’ogni tipo: iridate, di campione d’Europa, tricolori e altre portate a casa, come si dice, da Arianna e Martina.
Arianna ha rivestito l’iride nella corsa a punti a Glasgow, nel 2013 ed è stata pure campionessa europea nella medesima specialità nel 2012 e nel 2013. Sette sono le maglie tricolore, fra strada e pista oltre, a numerose e varie affermazioni ottenute alternando la pista alla strada.
Martina di maglie iridate ne ha conquistate due: una nell’inseguimento a squadre ai mondiali 2017 a Montichiari con Letizia Paternoster, Chiara Consonni e Vittoria Guazzini, quartetto che nel medesimo anno ha conquistato anche il titolo europeo. Mondiale anche nello scratch, sempre a Montichiari. Due sono anche le affermazioni europee nelle stesse specialità che si accompagnano a otto titoli italiani.
Sono carriere di valore portate avanti con passione e sacrificio, termine e valore che sempre si sposa, nella sua accezione migliore, al ciclismo agonistico d’ogni tempo e d’ogni specialità che limita il tempo, soprattutto quello dedicato allo svago e alle frequentazioni del periodo giovanile, per non trascurare gli impegni di studio che hanno consentito alle due sorelle di raggiungere e finalizzare gli studi superiori riportando eccellenti valutazioni. Arianna ha conseguito il diploma frequentando con profitto il Liceo Socio Pedagogico mentre la sorella Martina ha la maturità del Liceo Artistico, entrambe con valutazioni finali al massimo livello.
Il percorso sportivo ha avuto sempre l’Eurotarget, azienda di famiglia, tanto per essere in continuità di tema, della quale è titolare la sorella di Giovanni, Raffaella e che si occupa di comunicazione e marketing, quale base di riferimento già dal 2007 con la Still Bike che proprio nel 2018 è stata affiancata anche dalla Bianchi per le biciclette, nome di particolare prestigio ciclistico. Il team, con base a Brembate Sopra, è approdato così nella massima categoria UCI delle “Donne Elite” dopo una lunga e formativa gavetta che ha proposto varie protagoniste del sempre vivace e fruttifero vivaio orobico, ma non solo. E la prospettiva è di crescere nel tempo, senza fretta, ma con costanza e saldezza, dopo il primo anno passato, con esperienze positive, nella categoria di vertice.
Team manager e papà, Giovanni Fidanza ha saputo bene destreggiarsi nel doppio ruolo, senza prevaricare volontà e tendenze, operando con competenza e discrezione e ripagato, aldilà dei risultati, dall’amore e dal sorriso delle sue donne che hanno continuato, in modo brillante, la sua passione per la bicicletta senza trascurare, anzi…., condividendo in pieno le attese in materia di due ruote su strada, pista e pure sui prati del ciclocross .
È “Beato fra le donne”, come dice il noto detto, e Giovanni Fidanza, con la sua famiglia, lo è davvero, nel ciclismo e, anche e soprattutto, nella vita.