È iniziata ufficialmente la nuova stagione della Deceuninck QuickStep 2019. A Calpe, dove il team si è radunato in questi giorni, si è svolta infatti la presentazione della squadra belga che ci ha permesso di conoscere il nuovo fenomeno Remco Evenepoel, che dopo aver vinto due maglie iridate tra gli juniores al mondiale di Innsbruck è pronto a debuttare tra i professionisti a soli 18 anni; di scorpire i programmi di Philippe Gilbert, Julian Alaphilippe e degli altri nomi “pesanti” della corazzata belga; di riabbracciare Petr Vakoc a un anno dal terribile incidente stradale occorsogli in Sudafrica; di chiacchierare con gli azzurri guidati da Patrick Lefevere e sollevare il velo sull’avvicinamento alle prime corse della squadra numero 1 del World Tour.
L'attesa sta per finire, tutto è pronto per la presentazione.
Keisse, Jungels e Vakoc sono già seduti al loro posto.
Alessandro Tegner controlla che tutto sia in ordine prima di cominciare.
Giampaolo Mondini di Specialized discute con Johan Museeuw e Wilfried Peeters.
Nel gran salone del nuovissimo Hotel Suitopia - Sol y Mar Patrick Lefevere dà il via alla presentazione ufficiale del team 2019. Ad attenderla oltre 150 invitati, tra cui 70 giornalisti provenienti da tutta Europa.
Come detto, è Patrick Lefevere, general manager della squadra, ad aprire i lavori: «Il 2018 per noi è stato un grande anno, voglio dire grazie a tutti e in particolare allo staff che ha lavorato in maniera impeccabile. Vincere è stupendo però costa... quindi è stato un inverno di lavoro molto faticoso per allestire una squadra che possa essere ancora all’altezza della nostra storia. Pensate che abbiamo girato il mondo a caccia di sponsor e alla fine abbiamo trovato un grande nome come Deceuninck dall’altra parte della città...».
«Siamo felici di entrare nel ciclismo - sottolinea Francis Van Eeckhout, CEO di Deceuninck - siamo una compagnia di livello mondiale che si occupa di infissi e che ha una particolare attenzione al clima. E direi che alla Sei giorni di Gand abbiamo iniziato ad assaporare cosa vuol dire far parte di questa squadra e vincere, abbiamo capito che clima c'è nel ciclismo...».
A proposito come si pronuncia il nome di questa azienda belga che produce profilati in PVC e TWINSON per finestre, porte e serramenti di vario tipo? Dekönig (come “il re”, ndr). Più facile di quanto pensassimo.
Salgono sul palco i rappresentanti di Quick Step, Lidl, Maes, Latexco, Specialized e tutti gli altri sponsor del team, compreso l’ultimo annunciato Bryton.
La squadra, che dal 2003 ha centrato quasi 700 vittorie e nel 2018 si è confermata la numero 1 al mondo, quest'anno schiera 25 corridori affamati come un branco di lupi. Sono presenti quasi tutti ad eccezione del campione d’Italia Elia Viviani e dei compagni che con lui inizieranno la stagione dall’Australia.
La quota tricolore è comunque ben rappresentata dal marketing e communication manager Alessandro Tegner, dal ds Davide Bramati, il massaggiatore Yankee Germano e dai corridori Davide Martinelli ed Eros Capecchi. Il 25enne bresciano inizierà a gareggiare alla Volta Algarve a febbraio, il 32enne toscano farà parte del gruppo di Bob Jungels.
BICICLETTE. Una nota importante: quest'anno tutte le bici Specialized del team saranno equipaggiate con i freni a disco.
SQUADRA. Sono 25 i corridori in organico appartenenti a 14 nazionalità diverse con un'età media di 27,5 anni. Al loro fianco, 50 membri dello staff. I numeri di una stagione sono davvero impressionanti: 259 giorni di corsa in 20 Paesi, 8.000 voli, 12.000 camere d'albergo occupate, 2 bus, 2 motorhome, 2 camion, 2 van, 1 camper van, 22 automobili, 275 biciclette, 600 catene, 300 gruppi, 2.500 cappellini, 500 paia di calzoncini, 400 ruote, 55 freni a disco, 27.000 borracce, 750 magliette, 180 caschi, 12.500 gel utilizzati...
Lo staff tecnico della Deceuninck Quick Step
Sono assenti alla presentazione perché volati in Australia per il Tour Down Under (sono partiti il 2 gennaio da casa per acclimatarsi al fuso oraraio e alle calde temperature) Remi Cavagna, Dries Devenyns, il neopro' Mikkel Honoré, il giovane scalatore inglese James Knox, Michael Morkov, Fabio Sabatini ed Elia Viviani, che nel 2018 è stato il corridore più vincente al mondo.
In Sudamerica sono rimasti invece il colombiano Alvaro Hodeg, che Lefevere definisce il nuovo Gaviria, e l'argentino Maximilian Richeze che ritroveranno il team tra San Juan e il Giro di Colombia.
CORRIDORI. Comincia la sfilata dei corridori e le prime parole Lefevere le dedica a Petr Vakoc, il corridore ceco che torna a correre dopo il terribile incidente di cui è stato vittima un anno fa in Sudafrica, quando un camion lo ha investito mentre si allenava. «Sono convinto che dopo tutto quello che è successo il mal di gambe sarà insignificante per te, credevamo in te prima del 26 gennaio 2018 e ora ancora di più».
Vakoc, che ripartirà dalla Vuelta a San Juan, aggiunge: «È stato un anno davvero duro, ma sono sempre stato concentrato sul sopravvivere prima e sul tornare in salute poi. Risalire in bici e trovarmi nel Wolfpack è meraviglioso, devo dire grazie alla squadra per avermi assistito al meglio in questa esperienza difficile. Sono felicissimo di tornare alle corse ancora prima del previsto».
Martinelli, Capecchi, Senechal e Asgreen sul palco con Vakoc.
Ora tocca a Jakobsen, Keisse, Declercq, Serry ed Evenepoel.
L'olandese Fabio Jakobsen con 7 vittorie nel 2018 è stato il miglior neopro' della stagione: «Spero di migliorare e vincere ancora di più, ho solo 22 anni, esordirò in corse più importanti e punto in particolare alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne e ad una tappa alla Parigi Nizza».
Al "trattore" Tim Declercq Tegner chiede: cosa pensi quando tiri il gruppo per ore e ore? Risposta: «Generalmente penso "dove diavolo sono le altre squadre?" e poi mi concentro nel tenere alto il ritmo per il gruppo».
Attesissimo il baby fenomeno Remco Evenepoel che esordirà a fine mese in Argentina: «Sono contento di far parte di questo team, nel quale sono stato accolto bene da tutti. Non vedo l’ora di iniziare, vedremo cosa mi riserverà il futuro. Nessuna promessa, la prima cosa che devo fare è imparare».
Tocca ora a Stybar, Lampaert, Jungels, Mas, Gilbert e Alaphilippe.
È sempre Lefevere che parla dei leader del suo team: «Stybar è un uomo fondamentale per la squadra, Lampaert è ancora troppo buono e deve imparare a dire di no. Jungels? Mi è costata un sacco la sua vittoria alla Liegi perché abbiamo... disfato il ristorante nel quale abbiamo festeggiato. Mas? Crediamo molto in lui. Philippe Gilbert è un campione che non ha bisogno di presentazione, è un duro, viene dalle Ardenne e gli auguro di vincere i due monumenti che gli mancano (Sanremo e Roubaix, ndr). Infine Alaphilippe che nel 2018 è stato fenomenale, non solo per quanto e per come ha vinto ma soprattutto per come corre, sempre all’attacco, non a caso è il corridore più popolare in Francia».
Il campione di Lussemburgo Bob Jungels da parte sua conferma: «Punto alle classiche del Nord e al Giro, amo correre in Italia, sono sempre andato bene sule vostre strade. Il Tour? È più adatto a corridori che sono più scalatori di me, mentre la corsa rosa sarà interessante con tre crono e una prima settimana non durissima che lascerà la corsa aperta. Vedrete, succederà qualcosa ogni giorno...».
Microfono ad Enric Mas, che Alberto Contador ha indicato come suo erede: «Nella prima parte della stagione, il mio calendario sarà uguale a quello dell’anno scorso, poi mi attende il debutto al Tour de France: voglio fare esperienza, in Francia troverò un altro mondo rispetto alla Vuelta, dovrò imparare e poi vedremo come andrà, senza pressione».
Ed ecco il Gilbert pensiero: «Ricordo la prima gara tra i prof, era il Tour of Qatar 2003, sono passati tanti anni ma ho la stessa voglia di allora. Questa volta inizierò la stagione al Tour de Provence che non ho mai corso prima: l'obiettivo naturalmente sono le classiche, ad aprile voglio andare al 100%, Fiandre e Roubaix saranno le più importanti, correrò anche la Sanremo ma con Viviani e Alaphilippe avremo più carte da giocare. Il Mondiale? L'ho visto solo sulle cartine, sembra adatto a me, sicuramente ci proverò: quando hai la fortuna di indossare una volta la maglia iridata, vorresti sempre tornare a rimetterla».
A chiudere la presentazione, Julian Alaphilippe: «L'anno scorso è stata una stagione incredibile per tutto il team e anche per me. Voglio continuare sulla stessa falsariga: inizierò a correre in Argentina e poi in Colombia. Abbiamo un gruppo forte e tanti obiettivi. Io vorrei continuare a vincere, riuscirci nelle più grandi corse e nelle classiche monumento ovviamente sarebbe il massimo».
credito foto in homepage © Sigfrid Eggers / Deceuninck - Quick-Step Cycling Team