«È dal lontano 2014 che non vinco una tappa al Giro, l’ultima corsa rosa che ho disputato mi ha regalato l’emozione più grande della mia carriera. Voglio riprovare gli stessi brividi sulla pelle». Ha le idee chiare Marco Canola, che abbiamo incontrato settimana scorsa al primo ritiro della Nippo Fantini Faizanè al rientro dalle vacanze.
«Ho trascorso 8 giorni in giro tra Italia, Svizzera e Austria in compagnia della mia fidanzata Lara. Quest’anno ho comprato una macchina a 2 posti a bordo della quale abbiamo fatto un giro che avevamo in mente da un po’. Ci siamo divertiti, conoscendo gente nuova. Tra i luoghi che abbiamo scoperto Case di Civita di Bagnoregio, in provincia di Viterbo, è quello che mi ha colpito di più. Ha una storia affascinante, è un borgo medievale davvero carino che è soprannominato “la città che muore”. Siamo stati anche al Lago di Bolsena, all'Isola d'Elba, in Svizzera e a Innsbruck. Siamo passati dalla montagna al mare passando per l’Argentario e l’entroterra. Avevo bisogno di staccare. Ho chiuso alla Japan Cup. Ricaricate le pile, sto seguendo la solita preparazione tra palestra e bici. Rispetto alle stagioni passate, quest'inverno cerco di stare più attento, è fondamentale che io non lasci nulla al caso per dare una svolta alla mia carriera e al futuro della squadra».
A Santo Stefano, il prossimo 26 dicembre, il vicentino compirà 30 anni. Il suo 2019 dovrebbe iniziare dall’Argentina, con la Vuelta a San Juan. «Essere leader della squadra non significa nulla di particolare. Bisogna essere sempre umili e lavorare sodo, qualunque ruolo tu abbia all’interno del gruppo. Certo, significa avere una responsabilità in più perché la squadra conta su di te in modo particolare, ma devi fare comunque il tuo. Anche se sei l’ultimo arrivato, devi essere professionale con i compagni e lo staff. In passato mi sono “oscurato” da solo in qualche gara, cercherò di non ripetere quest’errore d’ora in poi. Siamo un bel team, l’arrivo nel 2018 di Lobato ci ha rafforzato, e così faranno di sicuro le new entry Moser e Osorio».
Marco sogna una stagione a tinte rosa. «Quando vinsi la tappa di Rivarolo Canavese in maglia Bardiani CSF ero un ragazzino. Mi è dispiaciuto non poter ripetere quell’esperienza negli anni a seguire, ora che sono più maturo vorrei proprio riprovarla. Voglio ritornare al Giro, vincere una tappa e battagliare di più. Vorrei far bene anche alla Milano-Sanremo, negli ultimi anni ho colto un 20° e 15° posto, sarebbe ora di migliorarsi ulteriormente».