Paolo Slongo è da anni la guida di Vincenzo Nibali e ne conosce a fondo carattere e motore. In questa fase di costruzione del lavoro, dalla scrivania, dall’ammiraglia o dallo scooter, ci spiega l’approccio mentale che il gruppo dello Squalo sta tenendo in vista del Tour de France che ormai è alle porte.
«Viaggiamo con la giusta tensione, la stagione è partita bene con la vittoria alla Milano Sanremo, ma poi la Liegi non è andata come speravamo e allora sembra quasi che la prima parte dell’anno si sia chiusa in chiaroscuro. Questo ci ha fatto così rimanere più concentrati per lavorare nel modo più corretto possibile e arrivare al Tour de France nelle migliori condizioni. Il lavoro procede nel migliore dei modi anche granzie al nuovo sistema SportPlusHealth».
Il fatto che Froome abbia già vinto il Giro rappresenta un ostacolo mentale?
«Ci fa prestare maggior attenzione ai dettagli, perché quando vinci tendi inconsciamente ad accontentarti. Qui al Passo San Pellegrino abbiamo lavorato bene e fortunatamente il tempo è stato sempre buono. Solo in un’occasione siamo incappati in un breve tratto di pioggia. Stiamo arivando al Tour de France tranquilli e con il giusto spirito».
Dopo tanti successi come si fa a rimanere ancora al top dal punto di vista mentale?
«Il segreto è uno solo, la passione. Ci piace fare questo lavoro, rapportarci a quello che abbiamo fatto in passato e cercare di migliorare. Anche quando siamo al Teide, ad esempio, ho tutti i miei riferimenti, guardo i dati passati e confronto il lavoro fatto. Certo, stare lontano da casa è un sacrificio. Ma qui al Rifugio Flora Alpina di Passo San Pellegrino abbiamo la fortuna di trovare un ambiente più famigliare: Ormai ci conosciamo da anni e loro fanno di tutto per supportarci, compreso aspettarci fino alle 16 per permetterci di pranzare quando facciamo l'allenamento lungo».
Come ci si sente ad avere in mano la responsabilità della preparazione di un campione?
«Non penso a questo aspetto, non mi preoccupa. Lo spirito è lo stesso di quando allenavo i dilettanti e anche Vincenzo è concentrato sugli obiettivi perché ama il suo lavoro. Il fatto che un campione dal suo palmares abbia ancora entusiasmo per quello che facciamo è la cosa più bella».